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Diocesi

L’arcidiocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni unisce, dal 30 settembre 1986, i territori dell’arcidiocesi di Amalfi e della diocesi di Cava de’ Tirreni, che ne costituiscono oggi le due zone pastorali.

La zona pastorale di Amalfi si estende lungo la Costiera Amalfitana da Positano a Cetara e, verso l’interno, ad Agerola e Tramonti; comprende tredici comuni, di cui dodici in provincia di Salerno ed uno (Agerola) in provincia di Napoli, per complessive cinquanta parrocchie.

Già sede vescovile al tempo di S. Gregorio Magno, nel 987 Amalfi fu elevata a sede metropolitana, con giurisdizione sulle diocesi suffraganee di Scala, Minori, Lettere e Capri.

Prima Repubblica Marinara d’Italia, fu benemerita in molteplici interventi in difesa della Santa Sede, donde il motto: Contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis. Fu irradiatrice di cristiana civiltà soprattutto nel Vicino Oriente, con la fondazione di chiese, monasteri, ospizi, ospedali, nonché dell’Ordine degli Ospedalieri, divenuto poi il Sovrano Militare Ordine di Malta.

Nello storico duomo sono custodite dal 1208 le reliquie dell’apostolo Andrea, patrono della città e dell’arcidiocesi; esse furono trasferite ad Amalfi da Costantinopoli dal cardinale Pietro Capuano e deposte sotto l’altare della cripta da lui stesso fatta costruire.

La zona pastorale di Cava de’ Tirreni è tutta raccolta in una fertile vallata, che si estende da nord a sud, fino a raggiungere il Tirreno nel Golfo di Salerno; a est e ad ovest la vallata è delimitata dall’Appennino Campano. La zona pastorale comprende 26 parrocchie, di cui 20 nel comune di Cava de’ Tirreni e 6 nel comune di Vietri sul Mare.

La città di Cava si è sviluppata, nel corso dei secoli, intorno alla Badia benedettina della SS. Trinità, fondata da S. Alferio nel 1011; ad essa nel 1058 il principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, aveva donato il territorio dell’intera vallata. Nel 1092, pur continuando a far parte dell’arcidiocesi di Salerno, essa fu affidata, con bolla di Urbano II, nello spirituale come già nel temporale, all’autorità della Badia. Il 7 agosto 1394 fu staccata dall’arcidiocesi di Salerno e costituita in diocesi direttamente dipendente dalla Santa Sede; l’abate commendatario della Badia fu anche vescovo di Cava. Ma i Cavesi, mal sopportando la dipendenza feudale dalla Badia, l’assalirono e devastarono più volte tra il 1335 e il 1508, reclamando la propria autonomia. Leone X accolse la loro richiesta e, con la bolla Sinceræ devotionis del 22 marzo 1513, costituì Cava in diocesi autonoma. Dal 1520 la diocesi di Cava de’ Tirreni venera come patrono il vescovo Sant’Adiutore. Secondo i Bollandisti, questi fu uno dei vescovi africani che, in seguito all’invasione dell’Africa settentrionale da parte dei Vandali, si rifugiarono in Campania. Secondo la tradizione, S. Adiutore svolse il suo apostolato di evangelizzazione nella valle di Cava.  A seguito del concordato tra la Santa Sede e il Regno di Napoli, con bolla del 27 luglio 1818, alla diocesi di Cava fu unita, æque principaliter, la diocesi di Sarno.

Il 25 settembre 1972 tale unione cessava: al vescovo di Nocera Inferiore veniva, infatti, affidato il governo anche di Sarno, mentre a quello di Cava de’ Tirreni veniva affidato il governo anche di Amalfi, risultando così dette diocesi unite di fatto, in persona episcopi. Il 30 settembre 1986, con decreto della Santa Sede prendeva il via la nuova realtà diocesana di Amalfi – Cava de’ Tirreni.