TITOLO: LA PASSIONE, “UN AMORE ROSSO-FUOCO”: Carissimi/e catechisti/e, la lettura evangelica della Passione di nostro Signore Gesù Cristo in questo giorno santo, all’inizio della settimana santa, provoca sempre interiormente una “crisi”, che spero sia salutare per la nostra anima; ci fa riflettere: fin dove si è spinto Gesù per me! “Su quali dirupi” e fin dove è giunto il Pastore per salvare dal precipizio la pecorella che si era perduta! Quale limite e quale abisso umano di umiliazione ha varcato e abitato l’ Amore del Padre per rivelarsi a me! Mi chiedo: ci può essere una provocazione più grande? Per spingermi a convertirmi ci può essere una spinta più forte? Cosa altro dovrebbe compiere Dio per noi? Basta la Passione del suo Figlio per motivare tutte quelle conversioni di vita che Lui si aspetta da noi e che noi facciamo tanta fatica a consegnarGli. C’è una sete ed un’attesa enorme in Dio della conoscenza da parte dell’uomo del suo Amore concreto, di una risposta pur minima da parte dei suoi figli e di una condivisione della sua stessa sofferenza, nel momento in cui decidiamo di amare fino in fondo come Lui. La Passione è rossa d’amore, è fuoco d’amore, è il Roveto che arde ancora d’amore, e come risposta chiede cuori accesi, caldi, rossi d’amore, ardenti del fuoco d’amore, quello stesso che Lui mette dentro. Lo sguardo di fede verso Gesù sofferente e crocifisso non possiamo farlo coabitare in noi con un cuore freddo o tiepido, che è ancora peggio. Le donne che insieme a Maria stanno vicino a Gesù sotto la croce hanno nel cuore un fuoco d’amore che le conduce a stare ferme, lì sotto, mentre tutto intorno c’è il freddo dell’indifferenza, dell’egoismo e dell’ignoranza, che sembra trionfare; sono riuscite a conservare il calore e l’intensità di quell’amore, come le donne sanno fare, mentre i discepoli, quasi tutti, lo hanno annacquato e intorpidito e perciò quasi spento, per la paura di ritrovarsi dalla parte umiliata, debole ed offesa. Se, semplicisticamente e plasticamente, volessi rappresentare tutte le scene della Passsione con i colori, scriverei che in Gesù, come in Maria, in Giovanni e nelle altre donne c’è il colore rosso, il fuoco dell’amore di Dio, negli altri personaggi, compreso i discepoli, tanto grigio, se non anche tanto nero, come anche tanto freddo. La Passione di Cristo inoltre la vogliamo vedere come la Rivelazione più grande del Mistero, il momento più alto del livello di temperatura raggiunto dal Dio Amante, il focolare pieno di fuoco d’amore a cui tutti, soprattutto peccatori infreddoliti dall’umidità del peccato, possiamo riscaldarci, per lasciare che il freddo abbandoni il nostro cuore e “fare il pieno” di caldo e di rosso-fuoco; ad esso ci avviciniamo senza calzari come Mosè, portando le nostre povertà e bruciandole in questa fornace ardente, comunque piccola goccia in questo braciere scottante. Ci domandiamo ancora: cosa urge nel Divin Cuore del Maestro “in quell’ora”? Oltre le forze fisiche e psicologiche cosa Lo mantiene in piedi, sotto i colpi dei soldati, in quella “ora” tremenda? L’amore, che allo stesso modo può spingere me a stare in croce con Lui. Ancora, il Rosso-Fuoco mi sembra nella Passione stia in lotta contro il grigio ed il nero e Gesù, con il suo silenzio e la sua offerta, è un lottatore per un mondo sempre più colorato di rosso, per celebrare non il trionfo del rosso-Ferrari, ma del rosso-Amore. Infine questa meditazione ci spinge a chiederci: quante zone di grigio o anche di nero ci sono ancora nella mia vita, nonostante le tante vicinanze al focolare pieno di fuoco? Quanto freddo-gelo c’è ancora nel mio cuore? Sto cercando di sciogliere con la potenza di questo Fuoco Divino in me il tanto ghiaccio che c’è ancora oggi nel mondo, nella famiglia, nella scuola e nel lavoro che io quotidianamente abito? Chi vincerà il grigio, il nero o il Rosso? Le conoscenze oltre il Vangelo, che Gesù ci ha fornito, ci garantiscono del trionfo del Rosso-Amore Misericordioso, che dà vita ai nostri cuori.
don Luigi, servo vostro