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Paginetta per i catechisti: LA SQUADRA DEI FORTISSIMI CENTRAVANTI

LA  SQUADRA DEI FORTISSIMI CENTRAVANTI: Carissimi/e catechisti/e, perdonatemi per l’immagine sportiva con cui commento la Parola di questa quindicesima Domenica del tempo ordinario; in una squadra di calcio il centravanti svolge un ruolo importantissimo, perché permette di finalizzare le azioni dei compagni in rete e di trovare il logico e soprattutto desiderato sbocco degli sforzi di tutti; tante volte le squadre si svenano per poter comprare centravanti di qualità. Certamente il loro ruolo in una squadra la rende attiva ed efficace, non solo temibile, perché attenta a non prendere goal. Ebbene, carissimi e carissime, alla luce di queste pagine della Scrittura sento che così Gesù vuole i cristiani, un popolo di fortissimi centravanti,  perché non solo attenti a non fare il male, sulla difensiva, guardinghi per comprendere razionalmente chi possiamo considerare prossimo e chi no, chi merita e chi no il nostro amore. Egli con la sua predicazione, invece, ci ha detto che noi siamo chiamati a farci prossimo degli altri, il nostro prossimo sarà semplicemente chiunque io considero tale , aprendogli il mio cuore e rivelandogli il mio desiderio di amare. A centrocampo, sembra suggerirci il Maestro, non ci sono barriere ed ostacoli, anzi se ci fossero, superale, vai in attacco, apri il tuo cuore, scavalcale tutte e vedrai che anche il tuo peggior nemico, colui che avrai sempre considerato un impuro, un diverso, un avversario, non è niente altro che un fratello o una sorella da amare, quando si aprono veramente i cuori; sarà un nemico fin quando tu lo considererai tale, sarà un avversario, ma nel tuo cuore, nelle tue idee, nei tuoi pregiudizi, nelle tue chiusure, forse nei tuoi comodi schemi imprigionanti. Convertici, Gesù, a saper giocare all’attacco nell’amore e ad attaccare niente altro che il nostro cuore, le nostre prevenzioni, le nostre paure,  le nostre incapacità e i nostri blocchi interiori: ecco quali sono veramente i nostri avversari! E voi mi direste a questo punto: don Luigi, e quali azioni come centravanti di Gesù siamo chiamati a compiere? Con quali “mosse” possiamo entrare con la palla in rete e fare goal? Il nostro Grande Allenatore oggi ci ha descritto molto bene quali sono: la prima e più importante è: avere compassione, cioè dotarsi di un cuore sempre capace di condivisione, di vera compassione, come quella che provano le mamme per i figli, che tocca le viscere,  proprio come quella di Dio per il suo popolo e quindi per ognuno di noi; senza compassione,  senza un cuore tenero e di carne, non succede niente, l’amore non ha anima, i gesti, anche belli, sono senza colore e pathos. La prima qualità del centravanti di razza di Gesù allora è la compassione; da essa derivano le altre azioni che ci permettono di evitare l’avversario, dribbrarlo e sfondare la rete: farsi vicino, e cioè interessarsi, conoscere le situazioni, aprire gli occhi, vigilare, aprirsi, smuoversi dalle proprie posizioni ideologiche e morali, incontrarsi come uomini accanto ad altri uomini, senza colori né etichette, stringersi la mano, darsi il cuore con semplici gesti, umanizzare il mondo intorno a noi, guardarsi negli occhi; e poi fasciare la ferite e cioè rendere concreto l’amore con gesti che vanno verso la soluzione, porre con intelligenza gesti efficaci e concreti, rendersi conto dei problemi e trovare i rimedi, coinvolgendo anche comunità a vari livelli e richiamando responsabilità, e poi versare su quelle ferite olio e vino e cioè accarezzare teneramente, ma prudentemente, per lenire le ferite, le tante ferite che ognuno si porta dentro e far sì che non siano lancinanti e che ci facciano andare nel mondo sanguinanti e feriti, come tanti frustrati ed incapaci che moltiplicano soltanto ferite all’infinito. Poi quel Samaritano ha caricato il fratello sulla sua cavalcatura e cioè ha pagato di persona, ha messo mano al portafogli, ha aperto la sua casa, ha impiegato il suo tempo e le sue risorse, ha detto “mi impegno io”, non ha semplicemente denunciato ciò che altri non fanno, non ha preteso da altri gesti d’amore, è sceso in campo con audacia e forza! E poi si è preso cura di lui, cioè l’ha introdotto nel suo cuore per sempre, lo ha assunto nelle sue preoccupazioni affettive ed effettive, vere e quotidiane e lo ha fatto riposare nella stanza intima delle sue trepidazioni di fratello e avrà pensato a lui anche da lontano: “speriamo che stia bene”! Aver cura o avere a cuore significa compromettersi per sempre e lasciarsi cambiare la vita, gli stili e i pensieri dai bisogni reali, quando noi, poveri di Javhè, siamo capaci di metterci a nudo, spogliandoci di ogni pregiudizio e paura. Ma, carissimi e carissime, cosa comporta giocare sempre all’attacco e fare goal? Facendoci giocare proprio in quel ruolo il nostro Amato Mister in realtà non vuole altro che noi siamo come Lui, Eterno Centravanti di goal memorabili portati da sempre nelle porte delle anime, dei cuori e delle vite di ognuno/a!

Don Luigi

13/07/2019 | News, Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: LA SQUADRA DEI FORTISSIMI CENTRAVANTI
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