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Paginetta per i catechisti: IL RE, UNA CASA DAI MILLE LIBERI PIANI

TITOLO: IL RE, UNA CASA DAI MILLE LIBERI PIANI: Carissimi/e catechisti/e, lo so che tutti noi possiamo sembrare a volte epici eroi, sempre alla ricerca della libertà: così, i nostri sforzi, quasi al limite delle umane possibilità, sono rivolti a liberarci da situazioni che ci opprimono e perfino da persone che, ai nostri occhi del cuore, appaiono come fortemente limitanti per il nostro bisogno di libertà: “voglio tempo io, voglio aria”, cantavano anni fa i Pooh; proprio qui concentriamo le nostre tensioni interiori, che possono sfociare anche in crisi familiari di un certo rilievo; mi viene da pensare ad esempio all’accoglienza dei suoceri… Allora, se provassimo a pensare che anche in questi contesti, che sembrano così angusti e restrittivi per i nostri desideri, siamo chiamati nella fede a trovare un’altra libertà, ma dentro, interiore, una libertà che presuppone la nostra volontà di dire di Sì ad un Re o al Re, che è rimasto sulla Croce, che non è sceso, inchiodato alla sua Chiamata e al Disegno per eccellenza, mentre intorno a Lui tutti avevano la falsa impressione di averLo finalmente limitato nelle sue disturbanti predicazioni? Ma, scusate, il Re l’hanno condotto al patibolo infame o ha voluto offrirsi Lui per amore? Egli stava lì su quel trono, strano agli occhi del mondo, esercitando pienamente la Sua libertà di uomo, mentre rivela un altro piano e ci invita a scavare dentro per scoprire in noi livelli impensati agli occhi nostri: piani da poter abitare per restare fedeli in un modo inedito e nuovo alla nostra chiamata all’amore. Ho chiara dinanzi (solo nella mia mente purtroppo) l’immagine del dolce che a me piace di più,  “la millefoglie”, composta magicamente da mani d’artista, materne molto spesso, con mille strati di avvolgente dolcezza, tanti livelli di pasta di particolare bontà; oppure pensiamo a quello che a volte si verifica nelle nostre case (compresa quella parrocchiale): nascono nuove esigenze e necessità e si cerca di ricavare spazi, scavando nella stessa casa per dare  a tutti  abitabilità; ecco, carissimi e carissime, oggi, nella Solennità di Cristo Re dell’universo, ho tanto la sensazione dello spirito di un sottile e suadente invito di Gesù a trovare spazi di libertà dentro, senza per forza cercare fuori “altre case” per le nostre attività, ovvero per impiegare le nostre risorse e per mettere in campo le nostre energie e qualità. Penso alla tentazione che viene quando non ci sentiamo apprezzati: dove siamo allora o meglio chi siamo? Secondo voi è tanto irriverente pensare all’uomo, non scrivo come ad una irresistibile millefoglie, ma come ad una costruzione ben solida che può donarci sempre “nuovi spazi” d’amore? Scava dentro te, dice il Re, come ho fatto Io, per trovare quella libertà della fede di vedere l’altro, non con occhi umani, ma con lo sguardo di Dio, cioè come un fratello o una sorella, e non scappare, “sii uomo” (traduzione dal napoletano), sii fedele e nella tua realtà limitata e perfino squallida trova in Dio nuove motivazioni per esserci, stare, restare e resistere nell’amore: “stabat mater dolorosa”… Non riesco a questo punto a non scrivervi, carissimi e carissime, che a me piace tantissimo il film, per me capolavoro, di Roberto Benigni (pubblicità illecita lo so), “ La vita è bella”: in quel film emerge chiaramente che dentro il dramma dell’Olocausto, pagina tra le più oscure dell’umanità, egli con l’ironia e l’amore paterno insieme, con fantasia amante si “inventa”, anche qui scavando, un altro piano di lettura e di “abitazione” e,  guardando così il dramma, insieme papà e figlio, alla fine giungono fuori dal tunnel, come cantava Caparezza e,  esultando all’arrivo dell’atteso carrarmato, gridano: “abbiamo vinto!”. Sì, carissimi e carissime, per noi è solo questo il piano che vince, proprio quello sbeffeggiato dal mondo, irriso, preso in giro, rifiutato, condannato, maltrattato, come lo è stato per Gesù: soltanto che noi prigionieri della logica del mondo, tante volte non partiamo, restiamo “ai blocchi di partenza” nell’opera di scavare dentro e trovare con sorpresa di spirito grotte e cunicoli che, come quelli di Castellana o di Castelcivita, mostrano le bellezze di Dio più svariate e fantasiose. Ma che fatica all’inizio, e quanta solitudine! La possiamo affrontare solo nell’amore; noi, però, sappiamo per Chi lo facciamo, oggi ci viene consegnata chiaramente la chiave, prendiamola e portiamola a casa, mettiamola nello scrigno degli oggetti preziosi e non perdiamola più: noi, cioè, non lo facciamo neanche per mille milioni di dollari, come disse quel giornalista a madre Teresa, a cui era poco simpatica, e neanche io, candidamente e con purezza evangelica, rispose la Santa di Calcutta; in ciò consiste la nostra libertà di cristiani, solo su questo piano divino la troviamo: non è necessario cambiare spesso le scene del palco! E per favore non cerchiamola altrove, sui piani del mondo; lavoriamo tanto per scavare dentro di noi fino a scovarla, senza scoraggiarci davanti agli insulti e agli sberleffi, perché fanno parte del gioco: qualche volta pure i giocatori subiscono  i fischi allo stadio! Perché sorprenderci? Gioca e scava!

don Luigi, servo del  libero Re

23/11/2019 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: IL RE, UNA CASA DAI MILLE LIBERI PIANI
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