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Paginetta per i catechisti: OH! SI MUOVE IL PRESEPE

TITOLO: OH! SI MUOVE IL PRESEPE : Carissimi/e catechisti/e, i giorni di Natale, che ci apprestiamo a celebrare e a vivere, sono densi per emozioni di vera dolcezza e tenerezza: per favore facciamo attenzione alle malie del mondo che, invece, proponendoci di correre ad alta velocità, vuole rubarcele, quel mascalzone! Ma non voglio scrivere ora di questo grave pericolo. Da bambini (facciamo bene a continuare a guardare il mondo con  i loro occhi), siamo rimasti letteralmente incantati nel vedere i primi pastori che, nei presepi più grandi, quelli delle chiese, cominciavano a compiere dei movimenti meccanici: il fornaio impastava, il macellaio tagliava, il pizzaiolo infornava e sfornava e noi… a bocca aperta: oh, che meraviglia! Magicamente ci sembrava che tutto quel mondo, raffigurato sempre in modo statico ed in movimento solo nella nostra acutissima fantasia, cominciasse a prendere vita: come un solo uomo al risveglio; un bellissimo simbolo, a mio parere, del mondo di Vita che ci ha portato Gesù! Sì, carissimi e carissime, navigo sull’onda delle parole appena scritte da papa Francesco sul presepe, per motivare il profilo della mia riflessione di questa terza Domenica di Avvento, chiamata della gioia; voglio scrivere, con la certezza dettata dalla fede, che veramente Gesù, compiendo tutte le promesse di cui parlano sia il profeta Isaia nella prima lettura, che Giovanni il Battista, ultimo baluardo e garante di un corso ardente di santa attesa, è il “motore” che permette anche a noi, immaginari pastori di un  mondo fermo e triste per il peccato, di cominciare, invece, a compiere movimenti e che movimenti! Quelli che vanno nel verso giusto e che ci portano a fraternizzare e a ri-guardarci negli occhi da fratelli e sorelle, ri-mirando il cielo come amico; il mondo nuovo comincia così a compiere i suoi passi e l’uomo nuovo in Gesù, udite, udite, non è più cieco, non è più sordo, né zoppica più; ci vede, ci ode e si muove … miracolo? Si muove e può addirittura correre  verso il Regno dei cieli, verso le altezze, verso il Paradiso, “la terra è addeventata Paraviso”, scrive e canta S. Alfonso nel bellissimo canto-poesia “Quanno nascette Ninno”; l’uomo cammina, ma non è solo,  lo fa insieme, nella Chiesa, che è la casa-famiglia di Gesù in questo immaginato presepe vivo. E quindi proviamo ora a porci  vicino alle orecchie del cuore trepidantissimo del profeta più grande tra i nati di donna: non avere paura, gli sussurriamo, Giovannino, no, noi non dobbiamo ancora attendere altri, il cammino delle promesse si è compiuto ed attuato, ora possiamo sì rialzarci e camminare insieme: e siamo chiamati per amore e con amore anche a lavorare e a metterci all’opera, ognuno secondo il compito assegnato, proprio come se fossimo in un eventuale presepe, dandoci da fare: ora siamo noi gli attori vivi, sapendo che il grande Regista ha preparato tutto perché il nostro “copione” si realizzi ed, intanto che ci muoviamo, ci ispira continuamente sul set:  le movenze giuste, il tono adatto e le parole corrette da proferire; muoviamoci, ch’ aspettammo, e “comme a cievere ferute”, secondo il citato inno alfonsiano, i pastori vanno alla grotta. Ma camminiamo o corriamo, da soli oppure anche le “cose” e le “case” in questo presepe prendono a muoversi insieme a noi? Il profeta Isaia proclama che anche la gioia ci segue, sì, lei pure nel nuovo mondo di Gesù, fa capolino, e  si mette in moto e ci segue, o meglio ci insegue, perché noi ci lasciamo trovare, incontrare, abbracciare, accarezzare ed accovacciandoci  in lei, cerchiamo di non sfuggirle più dalla mano, in mezzo ai tanti pericoli del mondo e del demonio. Sempre da bambini, mi ricordo, quando mamma, soprattutto per la strada trafficata da auto, ci portava per mano, mentre da monelli noi tentavamo di sfuggirle di mano anche solo per scherzo: così con mamma-gioia noi adesso; se la gioia è scesa dal cielo e finalmente (che fatica!) ci ha trovato, per venire proprio da me e da te, pecorelle perdute, apriamole il cuore per favore e porgiamole volentieri la mano, non sottraiamogliela da monelli e camminiamo con lei. Ancora, da maestro, S. Alfonso sempre nel canto-inno sopra citato: e cosa trovai, andando alla grotta? “A gioja mia!” Gesù-gioia, Gesù- gioia mia! Forse solo quando misticamente cominciamo a vivere questa esperienza cominciamo ad essere buoni discepoli e a “fare un po’ più sul serio” con Lui nella nostra vita; Gesù, gioia nostra, ci permetterà di essere seri, ma non perché apparterremo alla morte, come sostiene Totò nella famosa poesia “ A  livella”; no, ma perché apparteniamo già alla vita, al Regno della vita e della gioia, dove l’atteso si è compiuto e laddove il sogno di Dio e dell’uomo si incontrano e si baciano, come la giustizia e la pace (Salmo 84).

                  don Luigi, servo della Gioia nostra

14/12/2019 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: OH! SI MUOVE IL PRESEPE
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