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Paginetta per i catechisti: SE CI SEI C’E’ TROPPA LUCE!

TITOLO: SE CI SEI C’E’ TROPPA LUCE!: Carissimi/e catechisti/e, per la riflessione di oggi, terza Domenica del tempo ordinario e Domenica della Parola, voglio partire da questa espressione di una famosa canzone di Adriano Celentano; inoltre mi piace ricordare a me e a voi una constatazione, un po’ amara, che a volte compiamo: quella di notare che la luce, naturale o artificiale, potente o direzionale, per gli occhi di chi è non vedente, non provoca nessun tipo di reazione, né di gioia e né di fastidio. Carissimi e carissime, il Vangelo di oggi, ben introdotto dalla prima lettura, ci racconta esplicitamente che in un mondo pieno di tenebre e di buio, Gesù compie la scelta chiara e consapevole di portare luce, tanta luce, quasi da irrompere  fino ad abbagliare gli occhi, fino, come nel caso di Paolo (di cui oggi ricordiamo la conversione), ad accecarli, facendo sbandare e cambiare i criteri di vita, per darne di nuovi. Non possiamo non tenere presente la scelta operata da Gesù, e cioè quella di iniziare il suo ministero pubblico non da Gerusalemme, ma da una terra di confine, da un luogo di frontiera, come la Galilea, perché abitata da persone straniere ed anche a loro Egli, Luce del mondo, era venuto a portare il lieto Messaggio, la Lieta Notizia. Potremmo scrivere che con questa scelta quasi si allarga il Cuore di Dio e sul piano della salvezza sembra giunta l’ora  di rivolgersi anche a loro, vista la maturazione dei tempi, (in Gesù la pienezza dei tempi, come ci ricorda Paolo). E il Vangelo che è Gesù fatto carne, non può essere incatenato, né possiamo imprigionarlo e limitarlo solo ad alcuni eletti o rinchiuderlo nei nostri schemi, perché il Vangelo non sopporta schemi e frontiere, li supera tutti abbondantemente; con il Vangelo giochiamo sempre al vecchio e simpatico gioco della RAI: “Giochi senza frontiera”, perché dentro possiede una Potenza che non si può trattenere: per cui decisamente va e trova spazi di luce impensati nei cuori. Ma qualcuno c’è presso il quale la Luce non ha effetti e ripercussioni: per il cieco, o meglio per chi vuole essere e rimanere cieco, perché ottuso nel suo cuore, chiuso e refrattario ad ogni stimolo e provocazione del Vangelo. Attenzione, continente d’Europa a non chiuderti con porte blindate a chi ti dona l’Annuncio Lieto, attenzione a noi tutti a non ricadere nelle tenebre del paganesimo di ritorno, che si traduce o si declina in stili e  criteri di vita che nulla hanno a che spartire con il Vangelo, attenzione e vigilanza a noi quando ci chiudiamo nelle nostre paure e non doniamo ancora gambe, mente, cuori a Gesù, che ancora oggi vuole visitare la terra, Galilea delle genti, e i suoi figli che ignorano la bellezza e la verità del Vangelo. Egli è forza irrompente, per i tempi invernali che viviamo “valanga travolgente.”  Ma tutta quella potenza passa per una porta stretta, quella energia di  luce deve essere incanalata in un “allaccio” di corrente, capace di trasformarla in chiarezza di  abitabilità: è il mistero di Dio nel cuore umano, chiamato conversione. Sono le prime parole di Gesù: convertitevi, cambiate vita, lasciate schemi e pensieri che ormai sono invecchiati e hanno le rughe e i capelli bianchi; c’è il Vino nuovo, il nuovo, è venuto, non ve ne accorgete? E forse per Lui non vale la pena lasciare tutto e seguirLo? Non torniamo indietro, carissimi e carissime, non voltiamoci, guardando il nostro vomito, camminiamo, guardando avanti, a schiena diritta,  nella Luce di Cristo. Egli cambia tutti i registri e i punti fermi della nostra vita, quelli che  fino a Cristo sembravano irremovibili. Certo è un passare per la porta stretta la conversione, che comporta anche il riconoscere la carne della Chiesa come la stessa carne di quei discepoli che Gesù ha chiamato e che religiosamente  parlando, poi non erano affatto i più bravi e preparati, se solo pensiamo al “gotha” della cultura religiosa che pullulava a Gerusalemme; sì, carissimi e carissime, ancora oggi, ne sono convinto, la nostra conversione passa attraverso la porta stretta chiamata umiltà, forse è il punto più stretto della strada, quello di inginocchiarci davanti ai segni poveri di Dio, che non sono i nostri segni e a riconoscere la nostra chiamata, che attraversa la carne di Cristo che è la Chiesa!  

Don Luigi, chiamato a lasciare le sue reti

25/01/2020 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: SE CI SEI C’E’ TROPPA LUCE!
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