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Paginetta per i catechisti: STAMME A SENTì!

TITOLO: STAMME A SENTì!: Carissimi/e catechisti/e,  mi ricordo che quando stavo a Minori nei primi anni di sacerdozio, inserito in una piccola e bella comunità sacerdotale, qualche laico tremava quando qualcuno di noi sacerdoti pronunciava queste parole, perché stavano ad indicare che qualcosa di importante gli si voleva comunicare e di conseguenza bisognava prepararsi. Carissimi e carissime, dovendo partire da una “punto-leva per sollevare il mondo” di questa piccolissima riflessione settimanale, lo voglio fare proprio a partire da quel comando perentorio e preciso che ci rivolge Dio Padre nell’episodio della Trasfigurazione di Gesù: ascoltatelo! Stamme a sentì, uomo! Fermati, siediti, guardaMi negli occhi, trova pace, fai silenzio: che dite, può andare bene lo stesso? Immaginiamo per un attimo quanto è stato difficile per i nostri educatori farci sedere e ritrovare nella pace e nella gioia dei consigli e delle belle esortazioni che ci hanno rivolti da giovani scalpitanti; allo stesso modo sappiamo quanto è difficile oggi essere ascoltati nei suggerimenti paterni che diamo alle giovani generazioni: se i consigli si pagassero…. Addirittura per la difficoltà, alcuni vi rinunciano e abdicano ad altri il gravissimo compito e l’onore indescrivibile dell’educazione. Noi non lo facciamo mai per favore! Permettete poi che mi allarghi (non troppo, mi raccomando!) anche con un’ altra immagine che dall’inizio è comparsa agli occhi della mia immaginazione quando ho ascoltato queste pagine della Scrittura: ho immaginato quello che a volte per esempio capita nei vicoli di Napoli, quando qualche signora si affaccia alla finestra della sua casa per comunicare con altre signore e scambiare due chiacchiere, superando la solitudine: così fa Dio Padre che si affaccia alla finestra della storia degli uomini e fa due chiacchiere con noi! Sì, perché nell’episodio della Trasfigurazione come anche nella prima lettura appare chiaro che l’iniziativa non è degli uomini, ma è Sua, è Lui che decide di scendere e di parlare e rivelarsi, ed è Lui, infine, che decide di aiutare le sorti della storia perché si volgano al positivo;  non le lascia in balia del male e dell’errore, come stavano pensando i discepoli, che cominciavano ad elaborare pensieri impuri su Gesù. E’ Lui che quasi prende per mano l’uomo sbandato e lo rimette in carreggiata, sul sentiero giusto, della salvezza e  della Grazia, perché non sbandi né a destra e né a sinistra. Potrebbe dirgli tante cose all’uomo: visto che ormai ci sta… E’ sceso, e certamente farà un bel discorso, immaginiamo noi: chissà quante cose avrà da dire agli uomini ribelli, quanti consigli, quanti ammonimenti, quanta comunicazione di amarezza e di dispiacere per i tradimenti; e invece no, ancora una volta ci sorprende: un solo ammonimento chiaro e tondo, inequivocabile: ascoltate, e poi con la mano, quasi come una carezza dietro le spalle e la nuca, quelle con le quali Adamo aveva detto no, ci indica colui “che è” nell’evolversi dell’oggi perenne dell’uomo, Gesù, la Strada, il Cammino, la Sapienza, il Vangelo, il Suo Amore, il Suo amato Figlio, la Sua Parola tra gli uomini, il Suo Volto, il Suo Cuore, le Sue labbra, la Sua presenza, il Suo respiro, Chi ha di più caro; Chi altri e che altro doveva dirci e darci? Abbiamo ancora bisogno di altro, scusate? Ma ci chiediamo e osiamo, impudentemente, chiederGlielo e poi, promettiamo, ci chiudiamo per sempre la bocca, per forza, è il Signore!?; ma perché, o Dio, non hai fatto parlare noi, perché non hai ascoltato Tu  noi, per quale motivo non ci hai dato l’onore della parola? Ma perché, scusate, la preghiera, cioè il colloquio d’amore,  non è il nostro parlare a Te, non è, per l’ennesima volta, la possibilità di essere protagonisti con i nostri “eventi” umani? Niente, niente di tutto questo; oggi anche mi sembra che Dio ci rivolga l’appello caloroso: ascolta, ascolta, ascolta anche la storia; “Io sto continuando a parlare, a dirti tante cose, ma tu perché non fai un po’ di silenzio e Mi ascolti, tu che sei spesso distratto e  hai sempre tante altre cose da fare, perché non provi a farmi spazio nel tuo piccolo cuore, accettando la sfida di ampliarlo con la Mia presenza? Ascolta!” Cosa ci sta dicendo Dio Padre con questa storia e dentro questi giorni di travaglio?

Don Luigi, servo chiamato a liberare le orecchie del suo cuore

07/03/2020 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: STAMME A SENTì!
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