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Paginetta per i catechisti: TANTE BELLE STATUINE

TITOLO: TANTE BELLE STATUINE: Carissimi/e catechisti/e, l’immagine che penso di comunicare è quella che a volte abbiamo potuto vedere su qualche palco a teatro: uomini bloccati nella scena iniziale, che improvvisamente, ripresa la vivacità, si sbloccano e cominciano a muoversi sulla scena, attraverso gesti pieni di vitalità e forza; allo stesso modo penso al passaggio dal film muto a quello parlato, dove gli attori, fino ad allora impediti nella comunicazione piena, l’hanno  improvvisamente acquisita oppure all’altro passaggio dalla tv in bianco e nero a quella a colori, più vivace, più animata, più attraente. Don Luigi, cosa vuoi dirci, nella sesta domenica di Pasqua con queste immagini? Vorrei proprio aiutarvi ad entrare nello spirito e nell’anima che attraversano queste pagine della Sacra Scrittura: c’è un mondo “bloccato”, fermo, inanimato, in bianco e nero, se volete, muto, cieco, incapace di comunione e di comunicazione vera e profonda; da se stesso questo mondo non avrebbe avuto la capacità di uscire da questo blocco; ormai noi siamo esperti di blocchi, permettetemi che, volutamente, mi esprima in italiano; anche  per la realtà sociale ed economica noi stessi ora, animati da buona volontà e spirito di adattamento, sentiamo il desiderio di ripartire, ridando vitalità, speriamo buona e bella, ai nostri ambienti così deserti e a volte un po’ squallidi di questi ultimi tempi. Ma qui siamo chiamati ad uscire con forza da questo piano solo mondano e trasferirci secondo la nostra vera chiamata, ad un ordine prettamente dello Spirito; Gesù con le promesse del Vangelo mi sembra tanto che sia Colui che cominci a soffiare Vita su una realtà spenta ed inanimata; il mondo è un palco abitato da “statuine” innanzitutto incapaci di amare: di vivere l’amore per Dio e per gli altri; sì,eravamo fermi, ai blocchi di partenza! “Se mi amate”, dice Gesù: è un nuovo mondo, una rivoluzione copernicana; Dio non è più inteso come chi incute paura, come colui che comanda da dittatore; nella vita dello Spirito il discepolo può osservare  i comandamenti di Colui che ama, perché, in risposta, Lo ama, e nella sua anima c’è un Fuoco irrefrenabile, che Lo riscalda e lo infiamma, come quando un giovane ama una giovane, fino a perdersi nell’innamoramento; egli non vede più ostacoli: quei doveri, del fidanzamento prima e del matrimonio cristiano dopo, non gli pesano, semplicemente perché ama.  Gesù sembra quasi, per il rovescio della medaglia, suggerirci dolcemente: “non fate nulla se non Mi amate, non vi muovete, state fermi per favore, non pregate e non fate pregare, non imponete nulla sulle spalle della gente, chiedetevi prima se Mi amano e studiatevi di farMi amare”. Senza l’amore che proviene dall’anima dello Spirito ogni gesto e ogni scelta legata ai comandamenti di Gesù sarà insopportabile, sarà una camicia di forza, un peso schiacciante ed è per questo che, forse, a volte vediamo che i nostri ragazzi, terminata la cosiddetta fase dell’obbligo alla partecipazione, come cani finalmente sciolti, corrono all’impazzata altrove; l’amore è il vincolo della libertà e dell’impegno serio, gioioso, spontaneo, pieno, coinvolgente e trasformante la persona. Gli attori del muto non potevano comunicare con la loro voce, mentre, ci ha detto Gesù oggi, gli uomini senza lo Spirito non vedono; essi, senza lo Spirito, non possono più vedere Gesù, perché secondo loro sarà stato un bravissimo personaggio della storia, un eroe della solidarietà fraterna, ma ora è tutto finito, e dove sta più Gesù, tu Lo vedi? Semplicemente non c’è più, è morto, come del resto pensavano i discepoli, subito dopo la Pasqua! Lo Spirito è dato a noi invece, belle statuine bloccate nella vista,  per farci vedere Gesù, oggi, vivo: ci sta Gesù nella storia degli uomini, e nella mia storia e mi sta amando e mi provoca perché io prenda vita e ami e veda come quell’uomo che recupera la vista e vede i fratelli come tanti alberi che camminano: è la stessa vita, ma anche un’altra vita contemporaneamente, ed è una nuova vita sul palcoscenico della storia. Addirittura Gesù si spinge oltre e ci lascia intravedere la morte:“voi mi vedrete e vivrete”. Senza lo Spirito, è proprio vero allora, saremo statuine belle, colorate, alte, slanciate e impressionanti, ma spente, bloccate, morte, cioè senza vita e senza l’anima; lo Spirito di Gesù è il soffio che porta vitalità e quelle statuine, che siamo noi, grazie al Soffio possono cominciare a compiere i gesti che vuole lo Spirito, a lasciarsi portare dove vuole lo Spirito e a parlare come vuole lo Spirito: soprattutto ad essere chi vuole lo Spirito; siamo vivi, ma non per virtù nostra, in quanto respiriamo e abbiamo scampato il coronavirus, cioè; viviamo del respiro dello Spirito in noi e noi in Gesù e con Gesù nel Padre. Amen. Don Luigi, servo, da statuina a persona, amata e amante

16/05/2020 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: TANTE BELLE STATUINE
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