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Paginetta per i catechisti: LE AUTOMOBILINE “TOZZA-TOZZA”!

TITOLO:LE AUTOMOBILINE “TOZZA-TOZZA”!: Carissimi/e catechisti/e, sappiamo quanto triste e pericoloso è girovagare in una stanza senza avere il conforto della luce: rischiamo seriamente di procurarci del male, sbattendo malamente contro gli oggetti, che, invece, nello stesso contesto ma illuminato, possono esserci di grande giovamento, perché ci servono negli scopi che ci prefiggiamo:e soprattutto non ci facciamo del male! Carissimi e carissime, oggi tredicesima domenica del tempo ordinario, mi sovviene nella mia grande povertà di spirito, questa immagine con cui cerco di dare il “la” al mio piccolo commento della Parola: fuori di essa, il buio, come avrete capito, rappresenta l’assenza di fede e gli oggetti contro cui entriamo in collisione possono essere le persone, cioè i fratelli e le sorelle di comunità, che sono intorno a noi. Ora per una persona al buio non importa tanto che essi abbiano degli spigoli e possono nuocere, quanto soprattutto è importantissima la luce, per evitare qualsiasi pericolo; allo stesso modo per evitare inciampi spirituali è fondamentale la fede che ci sostiene e ci illumina:ci aiuta ad elaborare, come fa molto bene la donna di Sunem, una lettura sapienziale del fratello o della sorella e ci dice che essi, anche con alcuni spigoli, non sono mai un ostacolo per incontrare Gesù Cristo,anzi possono essere, nonostante tutto, un’agevolazione e un dono grande; certo è che, per arrivare  a questo, ce ne vuole di fede!Ma la Parola ascoltata oggi mi sembra che ponga, nella prima lettura e nel Vangelo in particolar modo, l’accento su quanti Dio ci invia sulla strada per incontrarLo ed accogliere la sua Volontà, come consacrati di Dio. E quando manca la luce molto spesso entriamo in rotta di collisione proprio con loro, mentre se è “giorno” accogliamo, apriamo le braccia, siamo pronti a dire di sì e a collaborare, ma mai verso l’uomo, che in quanto tale avrà certamente anche i suoi spigoli, ma con il sostegno della fede io leggo, come la vedova di Sunem, la presenza di Dio in essi e questo è tutto e mi dice tutto:chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, dirà Gesù. Così, fratelli e sorelle, per favore leggiamo la presenza ed il servizio del vescovo o del parroco o della suora o del padre spirituale (chi l’ha visto?). A volte, invece, ho l’impressione che le relazioni nella Chiesa siano un poco come quelle delle automobiline dei parchi-gioco dei bambini e non, chiamate “tozza-tozza”! Quando manca la lettura di fede è un perenne “tozzarsi” e scontrarsi. Certo è che questa Parola è di grande stimolo e provocazione per i consacrati di Dio stessi, affinché siano fedeli al loro mandato e alla loro vocazione e non cerchino di scimmiottare altre vocazioni! Ma scrivere di consacrati ci ricorda che la consacrazione è di tutti i battezzati ed allora la Parola ci avverte chiaramente che l’accoglienza è lo stile della comunità cristiana ed il modo quindi di stare insieme fraternamente. E se questo è l’impegno che ci consegna Gesù, noi da parte nostra sappiamo bene quanti ostacoli troviamo in questo cammino; io scrivo che il primo è proprio la mancanza di fede, soprattutto nel rapporto con noi consacrati; da una parte, per esempio noi sacerdoti in cura di anime, stiamo tentando ed è cosa buona e giusta, di andare incontro alle nostre pecorelle,  che si sono allontanate dall’ovile e per agevolare la relazione magari smontiamo dei pezzi della nostra identità, per non farci vedere  e sentire distanti ed “antiquati”; dall’altra parte, quella del gregge, si avverte il rischio di una lettura solo umana della nostra persona e quindi rimangono solo gli spigoli e le angolature e nel buio del vuoto di fede si cozza facilmente. Questo poi subito dà adito allo scorrere in comunità del sangue intossicato dei pregiudizi, delle precomprensioni, delle letture “schermate” della persona del consacrato e del suo operato, dei giudizi malevoli elaborati altrove, che come catene e cancelli ti imprigionano e non ti permettono di respirare l’aria pulita e salubre di incontri fraterni e caldi. Vedo, mentre scrivo, che Dio Padre ci chiede con queste letture di camminare nella fede per cercare nella relazione fraterna di essere sempre più liberi,ma liberi dentro, perché è proprio quella la sede dove si elaborano i più feroci e crudeli giudizi; a volte ne basta pure solo uno per rovinare e inquinare, forse per sempre, un rapporto nella comunità; in questi giorni stiamo soffrendo perché non possiamo abbracciarci liberamente, ma voglio scrivere con cognizione di causa che l’accoglienza,a cui oggi ci sprona la Parola, non è data solo dagli abbracci; a volte basta solo uno sguardo o un sorriso concesso o negato,per dirti se l’altro ti ha accolto o meno, basta solo un monosillabo, anche via telefono, per farti conoscere se dall’altra parte il fratello o la sorella ti hanno fatto spazio nel loro cuore o no: sguardi che ti bloccano e ti feriscono o ti aprono nell’animo finestre di mare limpido, che ti fanno scendere il ghiaccio nel cuore o ti mettono il sole, che ti fanno sentire inutile e di peso oppure ti dicono:“tu sei grande, io ti voglio bene”! Quanti misteri in fondo agli occhi, cantava Edoardo De Crescenzo, e quanti misteri sul nostro volto intero! Io voglio chiedere al Signore, per me innanzitutto, l’accoglienza al fratello e alla sorella profonda, vera e sincera, anche quando devo dirgli, mio malgrado, di no. Sarà un no più leggero e dolce, se accompagnato da tanto calore; e attenti per favore ad un nemico insidioso! La fretta e l’ansia, la lotta fraterna e la fuga dai fratelli e dalle sorelle di comunità, che alcuni, come in uno slalom speciale di sci, in nome della scusante della fretta (bugia!), operano facilmente, prendendo vicoli scuri e scorciatoie strette. Ed infine un pensiero sulla prima parte del Vangelo odierno:per favore non pensiamo mai che Gesù venga a noi come un ingombro e un ostacolo a volere bene in famiglia e a curare gli affetti più cari, belli e puliti, anche quando per lo mezzo c’è una speciale vocazione; Lui viene sempre come il lievito nel dolce, che fa crescere ed elevare per renderlo appetibile, leggero e gustoso.

Don Luigi, servo che cerca di viaggiare “senza tozzare”

27/06/2020 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: LE AUTOMOBILINE “TOZZA-TOZZA”!
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