TITOLO:SIETE SICURI CHE STIAMO CAMMINANDO CON I PIEDI PER TERRA?: Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, lo so che subito potreste dirmi: don Luigi, ma che scrivi? Certo che camminiamo con i piedi per terra e non con la testa; anche perché spiegaci come si fa a camminare con la testa a terra: ti sfidiamo!Scrivo chiaramente, quindi,  che così non si cammina: ma l’uomo “eppur si muove”…con la testa a terra.

Intanto, senza nessuna pretesa di togliere “ il mestiere” ai podologi, sappiamo benissimo che i piedi svolgono una funzione importantissima in vista del nostro andare in questo mondo, per raggiungere le mete prossime che ci siamo prefisse. Dalla loro perfetta funzionalità dipende la massima parte della possibilità di procedere correttamente, calpestando terra e fango.

Carissimi fratelli e carissime sorelle,sono sicuro anche che siete tanto bravi che avrete certamente capito,che,con un titolo del genere, non mi riferisco affatto al nostro camminare fisico…

Infatti oggi ho chiara la sensazione che la celebrazione della solennità della Immacolata Concezione della B.V. Maria “ci costringa” ad un cambiamento strutturale di visione sull’uomo e perciò a guardarlo con lenti nuove e diverse da quelle da cui solitamente lo guardiamo: nei suoi successi come nei suoi fallimenti, nelle sue cadute come nel suo rialzarsi, nelle sue malattie come nellasua sanità, nel suogioire come nel suo piangere, nel suo ben pensare come nel suo ben agire;chiedo perciò: in tutto questo, quale è il centro vitale di questo uomo, che siamo io e te? Quale è il suo fulcro insostituibile? Quale la leva da cui sollevare il mondo intero? E quale può essere la fonte della infelicità umana come della gioia? Ed ancora: a chi e a che cosa possiamo attribuire la realizzazione piena dell’uomo come la sua perdizione? E, secondo voi,la questione che i nostri vescovi ponevano qualche annetto fa è talmente marginale? Eccola: con Dio o senza Dio veramente tutto cambia!Ed allora: se la causadi tutti mali fosse l’aver messo Dio ai bordi e non più al centro delle nostre strade,  che, come quelle delle cartoline notturne,sono rigate da luci solo umane? E chiedendovi umilmente perdono del mio incalzare insistente: ma obbedire a Dio ed esserGli fedeli vale proprio come non sapere proprio niente del sogno di luce che Egli posa dolcemente sulla nostra vita, come una carezza mai fastidiosa,  e tale rifulge nella Vergine di Nazareth? Ed è così inconcepibile edassurdo pensare che le cause di tutti i mali di cui l’uomo è vittima, attribuite oggi esclusivamente alla “testa”, siano scandalosamente una bugia, perché l’uomo non cammina con la testa ma con i piedi? Infatti il suo centro vitale non è la testa, ma il cuore e la fonte della sua felicità non è la funzionalità perfetta di tutti i suoi organi,specialmente quelli nervosi epsichici, ma l’amicizia con Dio;ammirando la più bella di tutte le donne, più bianca della luna e risplendente del sole, amorevolmente apprendiamo che questa amicizia è  “il cuore” dell’intera sua esistenza.

A questo puntoallora, don Luigi, rimetterci a camminare con i piedi vuol dire di nuovo imparare a volgere gliocchi verso il cielo e non solo verso la terra o esclusivamente verso il nostro pancino,visto che abbiamo la testa in giù?

Perché la questione dell’amicizia con Dio nella nostra vita è talmente importante?

E quando dall’orizzonte del nostro andare escludiamo Dio e l’offerta tenera della sua amicizia, è proprio vero che rimaniamo solo noi ed il nostro girovagare come ilgatto intorno a se stesso?

E come si chiama questo, don Luigi, peccato forse?

Ed è talmente grave che non possiamo ingoiarlo senza pagarne conseguenze gravi per lo stomaco spirituale che sono le nostre anime e l’intera nostrapersona? E noi perché lofacciamo così a cuor leggero?

O Maria apriti un sottile varco nel nostro cuore e mettiti a sussurrarciamabilmente quanto vale l’amicizia con Dio ed il Suo sogno-carezza sulla nostra vita.

Don Luigi, servo per aiutare a camminare bene