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Paginetta per i catechisti: MISTICA O MASTICA?

TITOLO: MISTICA O MASTICA? Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, tante volte noi sacerdoti giochiamo intorno a questi due termini, soprattutto nei momenti di ritiro spirituale o nei giorni degli esercizi spirituali, quando, dopo una bella meditazione ed una profonda preghiera, passiamo subito alla fase “ impegnativa” della “pappatoria”, il nutrimento del corpo, e diciamo: “ora passiamo dalla mistica alla mastica!”. Faccio appello ancora alla vostra bontà, mi perdonerete, ma io, in questa ventisettesima domenica del tempo ordinario, sono fortemente e benevolmente tentato di pensare che questa santa giornata, con le sue letture, costituisca una grandissima e buonissima occasione non per la mastica, (per quello bastate voi catechiste, cuoche di alto rango) ma alla mistica, semplicemente. E qui, la domanda, me la rivolgo io stesso, immaginando che sia vostra: e che cosa è, don Luigi? Roba che si mangia? Noi sappiamo soltanto essere, la mistica, se non una brutta bestia, certamente qualcosa che dovrebbe riguardare i monaci nei monasteri o gli eremiti nei loro solitari siti, ma noi, don Luigi, che ogni mese dobbiamo fare i conti con i conti che non tornano (scusate il bisticcio di parole) e che facciamo salti mortali sul cuore, per evitare “scintille” dentro i muri di casa allo scopo di evitare che divampino incendi, mi spieghi gentilmente che c’entriamo noi con la mistica? Non sei stato questa volta estremamente audace? Forse non hai osato un po’ troppo? Lo ammetto, lo sono e lo voglio essere fino in fondo, fino alle estreme conseguenze e scrivo con una mano, mentre con l’altra custodisco il testo delle letture odierne, che è proprio vero che un cristiano o è un mistico o non è: “il cristiano del futuro o sarà mistico o non sarà”, affermò il famoso teologo Karl Rahner. Ecco oggi confessiamo tutti candidamente che non siamo, o almeno non siamo più tanto, non siamo per fede, scelta e convinzione, non siamo abbastanza e conviviamo, non siamo e strizziamo un occhio al terzo sesso, “espressione di modernità”, ma prima ancora stiamo facendo sbiadire il colore dell’essere donna e maschio, uoma ed uomo, secondo l’espressione biblica: non è affatto uno scherzo per me stare perdendo per strada la grazia, la leggiadria, la cortesia, il fascino, la femminilità, il sesto senso, il saper fare casalingo, la maternità e la tenerezza dell’essere uoma! Non siamo e trasciniamo avanti a stento la nostra croce di responsabilità familiare, sopportandola fino a raggiungere il Calvario, ma se potessimo…! Non siamo e consigliamo di non sposarsi, non siamo e malediciamo quel giorno, non siamo e sta scomparendo dai cuori la gioia, la novità e la bellezza degli incontri in famiglia, relegando, come cose da ingenui, agli adolescenti il fascino dell’innamoramento e dell’invaghimento del cuore, del gioco e della letizia intima familiare. Ma allora se la mistica non è proprietà esclusiva dei monaci, che cos’è, don Luigi? Non vi rimando al dizionario di spiritualità, sarebbe comodo per me; lo dico e lo scrivo con le mie pulsioni interiori: è lo sguardo di Dio sul creato donato ai nostri cuori, è vedere se stessi e l’altro, l’altra con il cuore di Dio, è conoscere il dono di Dio fatto carne con la presenza immeritata dell’altro o dell’altra a me, ed ancora essere certi che io non sono solo, con la possibilità di dire continuamente che Egli in ogni istante pensa a me e mi dona un pianeta intero tutto per me su cui atterrare, un cielo di bontà sopra di me sempre sereno, un cuore con cui unire il mio ed un pane di pace e compagnia; è Suo Dono il non essere soli nella condivisione dei sentimenti, nella comunicazione dei pensieri, nella partecipazione alle emozioni, ed anche attraverso il corpo fatto dono, il completamento, apice di apertura alla vita e all’amore: avete capito che, questo Fuoco ha una sola scintilla che si chiama fede, virtù, dono divino, con cui noi impariamo ogni giorno a riflettere e conoscere chi sono io e chi è l’altro o l’altra per me, quale la mia vocazione sulla terra, quali sono le cose che non passano ed i tesori e le perle che siamo chiamati a non perdere mai, mettendoli al primo posto, sul candelabro; con la fede guardiamo che l’altro e l’altra ha dentro Dio che mi ama pazzamente e apprendiamo Chi sono chiamato ad onorare nella presenza-dono del mio compagno e della mia compagna, spingendomi con la gentilezza, virtù da non mettere mai sotto il moggio, a portare a casa fiori o a comporre canti e poesie ed a non smettere mai di invitare al teatro o al tramonto in riva al mare, come il cuor comanda. E non basta mai, non ce ne sarà mai a sufficienza e mai come in questo tempo ne abbiamo urgente necessità: o mistica, dimenticata sorella.

Don Luigi, servo, aspirante e, per il mondo, “stralunato” mistico 

02/10/2021 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: MISTICA O MASTICA?
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