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Paginetta per i catechisti:VIVE, VIVE, VIVE!

TITOLO: VIVE, VIVE, VIVE! Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, penso in questo momento a quelle scene commoventi viste in tv, nelle quali i nostri carissimi vigili del fuoco, tante volte veri eroi, scavando con le mani il più delicatamente possibile tra le macerie di un palazzo distrutto, si accorgono di aver sentito i lamenti o i rantoli di una persona viva: così stimolati moltiplicano i loro sforzi, magari raccogliendo le loro ultime energie; poi concludono con successo la loro difficilissima e benemerita operazione, esultando in mezzo alla folla astante e con il fiato sospeso: è viva! E, quasi come un trofeo conseguito, ecco la persona estratta viva dalle macerie, che, tra gli applausi, viene trasportata in ospedale per le cure mediche necessarie; non è raro che queste cronache di “vita viva” si accolgono e si vivono tra cuori che battono e occhi che versano più di qualche lacrima! Carissimi e carissime, non abbiate timore, non concorro per diventare vigile del fuoco, ma strenuamente e fedelmente, pur nella povertà del mio essere uomo e cristiano con voi, cerco di dare flebile voce ed inchiostro alla Parola domenicale; oggi, domenica speciale, proprio Lei la fa da padrona, noi Glielo permettiamo volentieri e come una bella donna dal palco del teatro Ariston di Sanremo scende tra ali di folla e di fiori, esibendo luccicanti ornamenti, così accogliamo nel profondo del cuore Colui che è vivo e che ci parla nell’intimo; ancora una volta oggi sa emergere vivo, vero e reale con l’aiuto ed il servizio della Sacra Liturgia dalle macerie e dalle miserie di questo mondo, come dei palazzi diroccati del nostro falso e solenne io; ma non so se ancora riesce a provocare, come abbiamo ascoltato nella bellissima prima lettura odierna, lacrime di commozione e di conversione oppure certezze di lieti ed inaspettati annunci di festa intorno a mense imbandite. Se non fossimo all’interno della Sacra Liturgia nella quale tutto è loquacemente vivo e vero, potremmo pensare di essere stati spettatori di una ordinatissima scena dal celeberrimo palco della Scala, dove i vari e le svariate protagonisti/e sanno esibire movenze con lentezza, leggiadria ed armonia corale di ritmo; ma a questo punto oso prendere l’abbrivio del teatro per ricordare a me per primo e a voi poi, che proprio una ex famosa attrice, Claudia Koll, entra in una fecondissima crisi spirituale e morale solo quando si accorge che i personaggi da interpretare non le provocano più nessuna reazione emotiva o partecipazione sentimentale; che fosse uno specchio del nostro odierno offrire casa alla Parola, che sbatte e muore davanti a porte serrate a dieci mandate? Che questa Parola fosse la chiave per leggere con sapienza di sale scritturistico le vicende contemporanee, noi che siamo ancora in esilio dalle nostre abitudini e consuetudini di vita? Ci ritroveremo, come i nostri fratelli ebrei, alla fine del nostro esilio, radunati come un solo uomo dalla Vita raccontata lietamente con la Parola domenicale? Oggi, inoltre, io come pastore, sento di inchinarmi non solo davanti alla celebrata Parola: al pari profondo il mio devoto e sincero inchino anche davanti alla Santa Madre Chiesa, che si raduna nel segno incisivo delle nostre domenicali assemblee: la Chiesa, che Corpo, ragazzi! Come me, avete ascoltato anche voi San Paolo, mentre sembra pronunciare questa espressione, rivalutando l’apologo conosciuto di Menenio Agrippa? In piedi, entra la Santa Madre Chiesa e quindi il maestro, la corale, i vari strumentisti, con anche i trasportatori di strumenti e gli allestitori di palchi! Tutti pronti, ciak, si gira! La telecamera riprende le braccia, le mani, gli occhi, la testa, i piedi e le gambe del Corpo per eccellenza: tutto buono, tutto bello, tutto santo! Vorrei tanto e per questo prego che dopo la stupenda catechesi paolina, come appartenenti a Cristo e alla Sua dolce Sposa, la smettiamo una volta per tutte di giocare allo scaricabarile, fin sempre a finire nel gettare ogni responsabilità addosso ai noti e soliti ignoti; da bambini ci è piaciuto sempre giocare a nasconderci, per scaricare sul fratellino o la sorellina la colpa o la causa di una malefatta. Invece, che dite, proviamo a giocare al “caricabarile”?Don Luigi, vivo servo

22/01/2022 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti:VIVE, VIVE, VIVE!
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