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Paginetta per i catechisti: NARCISISTI?

TITOLO: NARCISISTI? Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, penso che conosciamo tutti il mito greco del giovane cacciatore Narciso, famoso per la sua bellezza, che, rifiutando chiunque lo potesse amare, finisce con l’innamorarsi della sua stessa immagine, riflessa in un lago e cadendovi dentro, annega inesorabilmente. Oggi, sesta domenica del tempo ordinario, sento molto che la Parola ci provoca tanto e forse mette a nudo chiaramente un atteggiamento comune e caratteristico dell’uomo della società contemporanea: quello del ripiegamento su sé stesso, della mancanza di  uno sguardo verso l’alto, come dello stare ad ammirare continuamente solo il proprio pancino e del ritenere vuoto il cielo o infondata la fiducia in beni che non si vedono e non si toccano. Con gli occhi rivolti esclusivamente verso noi stessi, rischiamo proprio di finire come Narciso, disperati ed affogati dentro l’acqua disseccata delle nostre sterili e vuote prospettive; proprio a questo punto allora, come un gigante o come eroe invitto, si staglia la Parola del giorno, con i suoi inviti dolci e delicati e le sue affermazioni chiare e rassicuranti: ”beato l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia”; mi sento di commentare così: benedetto l’uomo che ha il respiro lungo, benedetto chi allarga il suo cuore all’infinito, benedetto chi amplia la portata di saturazione dei suoi polmoni spirituali, benedetto chi non ragiona pensando di fare i conti, senza l’oste e solo, dentro le cose di quaggiù, benedetto chi sa aspettare per trarre delle conclusioni e si prepara per la grande maratona che è la vita intera, procedendo a ritmo ed a passo costante, benedetto chi sopporta i tanti mali sapendovi vedere dentro bagliori di luce, benedetto chi nelle vicende limitate dai confini mondani vi sa immettere i semi di una speranza che viene dal cielo, benedetto colui che sa colorare i grigiori di questo mondo con i colori vivi del Pittore dall’alto, benedetto chi continua a lottare anche se non riceve mai un premio, un applauso o un riconoscimento, benedetto chi sa sorridere della gioia del cielo anche se la terra gli riserva soltanto amarezze, benedetto chi non si lascia illudere ed ingannare dai beni o dalle false promesse di questo mondo, benedetto chi non crede in se stesso e basta, ma prima di tutto in Colui che da vita a se stesso e poi crede anche a se stesso. “O io, tu sei il mio Dio”, sapete già forse che ad un anziano sacerdote si era consumato il breviario, il suo libro di preghiera ed orando con il salmo 62, così si rivolgeva a Dio, mentre invece il testo corretto recita: “o Dio, tu sei il mio Dio”. Oggi soprattutto ritengo che questa sia la tentazione maggiore dell’uomo: forse sono un poco tramontati i miti della ricchezza, del potere umano, del sesso sfrenato o dei soldi ed all’uomo è rimasto soltanto quello di se stesso, che significa credere come divinità assolute e incontrovertibili alle proprie idee e convinzioni,  e non essere disposto per niente al mondo a rinunciare o a confrontarsi con chi di dovere in un dialogo aperto; ed ancora cadere nella trappola dei propri pregiudizi e delle proprie limitate impressioni o peggio del  sentito dire, elevando tutto questo a deità adorabili: guai, guai, guai! Grazie, Gesù, anche per questo chiaro  e forte avvertimento che non è solo una finestra rivolta verso il cielo, ma anche la dichiarazione di ciò che si verifica già quaggiù, perché ognuno persegue il proprio “viaggio” di pensieri, che diventano niente altro che il nostro Dio da incensare e adorare più di ogni altro bene. Carissimi e carissime, suvvia: a destra o sinistra, di qui o di lì, con le domande: chi scegliamo di essere, quale identità decidiamo di dare a noi stessi e quale fiducia abbiamo posto nell’unico tesoro?

Don Luigi, servo dagli occhi rivolti in alto

12/02/2022 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: NARCISISTI?
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