TITOLO: ATTRATTI! Carissimi e carissime catechisti/e, fratelli e sorelle, chi di noi non ha conosciuto almeno una volta la forza irrefrenabile dell’attrazione? Quella tra i metalli per esempio, come si fa da bambini o quella esercitata da un profumo da parte di una donna o di un uomo oppure quella negativa da un vizio, da una dipendenza e dal peccato! A volte, tra persone, potremmo giungere al livello anche di un vero imbambolamento, perché non chiamarlo con il suo vero nome? Carissimi e carissime, tale grado di intensità sostanziale raggiunge la voce di Dio su di noi, suoi figli e sue figlie, ci ricorda oggi la Parola del Vangelo, nella quarta domenica di Pasqua, conosciuta anche come domenica del Buon Pastore; e quella voce fa vibrare i tasti nascosti del cuore, proprio come potrebbe succedere ad alcuni strumenti a corde, al suono di una nota simile! E le persone non pensano a null’altro, non sono attratte da nessuna altra cosa o persona al mondo: vogliono e ascoltano quella voce e basta! E così le pecorelle si sentono amate…avvertono di essere quelle che sono e sono contente di esserlo, questo è tutto per loro. Conoscono con la fede, dono prezioso, che dietro e dentro quella voce ci sta l’ Uno, pronto a custodirle, donando loro la Sua vita e permettendo loro di vivere in Dio della Sua vita. Mi direste a questo punto, lo so: ma è una favola questo, don Luigi, tu sei sicuro di toccare terra con i piedi? Carissimi e carissime, se dentro il Corpo della Chiesa che siamo noi tutti e tutte, non scorre il Sangue della vita di Gesù ed in Lui della Trinità Santissima e non conosciamo, cioè amiamo con questa Vita, allora io scrivo, per favore rivediamo tutto e stoppiamo tutto, soprattutto quelle celebrazioni o relazioni solenni, dove c’è tutto di esteriore e nulla di interiore, non riesco a dirlo diversamente, perdonatemi. E se qualcosa, scrivo con consapevolezza piena, oggi nella Chiesa non funziona ed è in grande crisi, è proprio la relazione con il parroco, non solo con un sacerdote qualsiasi, a forte rischio di diventare vuota ed insignificante, per le correnti di mode temporali, che ci portano a pensare, pur restando nella Chiesa, ad altre girevoli e capriccose porte; ed anche per il comodo ed egoista pensiero di ritenere il parroco un angelo, che posso sottoporre a qualsiasi umiliazione, mentre non mi accorgo che agisco gravemente, favorendo scandali e repressione di germogli di vocazioni, per i miei taglienti e acidi giudizi. SOS: urge riprendere, a mio semplice parere, in mano con i libri e nella predicazione sulle labbra, una sana e candida teologia del sacerdozio ministeriale. Don Luigi, servo, almeno un poco ancora imbambolato