TITOLO: UNA CASA CHE SI MUOVE! Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, dai nostri fanciulli e dalle nostre fanciulle abbiamo da apprendere tanto, tra cui la capacità, tipicamente puerile, di dare vita a tutto. Per i piccoli infatti ogni oggetto è animato, nel senso proprio di avere un’anima, per cui non è strano che nel loro mondo le cose parlino o i giocattoli siano vivi. Carissimi e carissime, in questi termini mi sembra che Gesù oggi, sesta domenica di Pasqua, parli di un cristiano e di una cristiana: una dimora con l’anima. Che grande dignità abbiamo! Possiamo essere la casa di Dio ed Egli, l’Altissimo, può abitare dentro di noi, parlare ed agire attraverso di noi: può incontrare ed amare gli altri nel segno di questo strumento che sono io. A questo punto capite bene quanto sia necessario che lo strumento si accordi bene, altrimenti disturba le orecchie altrui, delicate e sensibili; il peccato ed il non stare in Grazia potremmo leggerlo in questa ottica. Anche quelle situazioni umane che ci allontanano da Dio rientrano in questa prospettiva! Amare Dio ed il prossimo per essere casa, per cercare di custodire questa casa che sono io, che è la mia anima e tutta la mia persona e permetterGli di servirsi di me per raggiungere il mio prossimo. Una casa che loda, che va, che annuncia e che serve: proprio come quella dei fanciulli. E Gesù insiste, da vero fanciullo… Un’anima nella casa: accanto alla mia, quella dello Spirito Santo, anima della mia anima e vita della mia vita: io che dico ciò che lo Spirito vuole e faccio ciò che lo Spirito desidera per me, senza sentirmi o essere un robot telecomandato, perché io fatico per essere una casa e lo voglio, decidendolo. Quante volte alcune case ci disturbano per non essere luoghi di pace: la Casa di Dio, l’anima, la famiglia, la comunità possono essere la casa di una pace speciale, che solo Gesù può dare: Lui, Gesù-pace, traspare e si respira dagli occhi, dalle scelte e dai gesti. Pace nella casa, armonia col creato e con se stessi, con Dio e con gli altri; niente paure, superbia e sopraffazioni: pace agognata e sempre da raggiungere, rammendare, ricamare e costruire, mattone dopo mattone. Può bastare per essere in stato di desiderio permanente interiore? O per rifiutare di adagiarci a pensare come la massa? Questa pace vincerà, anzi vince, già sta vincendo, pur mortificata e bistrattata, gettata a terra, semimorta. DON LUIGI, SERVO PER COSTRUIRE TANTE CASE