Non potete servire Dio e la ricchezza
Non potete servire Dio e la ricchezza
XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/09/2016)
Vangelo: Lc 15,1-32
Carissime catechiste e catechisti,
eccoci ancora radunati idealmente intorno alla Parola, che ci vivifica e ci rigenera, rafforzandoci nella fede. La Parola di questa domenica è la XXV° del T.O.
La domanda che la Parola di oggi ci pone è la seguente: qual’è il rapporto che dobbiamo avere con le ricchezze e i beni in genere di questo mondo? Quale significato in essi ha posto Dio Creatore? Dobbiamo considerare tutto “spazzatura” e tutti i beni e le gioie di questo mondo “ lo sterco del demonio” oppure al contrario porvi eccessiva fiducia, con il rischio di attaccarvi il cuore, che perciò si allontana dal vero Dio? E’ una bella ricerca spirituale, insomma!
Direi che con quanto ascoltiamo soprattutto nel Vangelo, Gesù tanto ci aiuta a mantenerci in una posizione equilibrata, lontana dagli eccessi sia del disprezzo che al contrario dell’idolatria, cioè di esaltarli, quasi come fossero un dio da seguire e da amare. Innanzitutto quindi ci vien detto che i beni di questo mondo hanno il loro valore relativo, tanto che noi dobbiamo servircene, trattarli, ma per acquisire attraverso il loro uso veri amici, facendo cioè loro del bene con la generosità, con qualche donazione, con qualche elargizione disinteressata; inoltre con un uso generoso ed altruista di essi noi possiamo pensare di prepararci ad essere accolti dalle persone aiutate in Paradiso e quindi i beni “ben utilizzati” possono diventare un trampolino che ci lancia verso la meta più bella che è il Paradiso: pensiamo ai trampolini visti ai giochi olimpici che lanciano gli atleti in alto, così sono le ricchezze per il Paradiso…Ricordo che madre Teresa, la Santa di Calcutta appena canonizzata, diceva che per noi cristiani è necessario chiedere ai ricchi di compiere opere buone verso i poveri, perchè così li aiutiamo ad andare in Paradiso. Poi, nel Vangelo, una grande staffilata di Gesù: quante volte dinanzi alle nostre “piccole” disonestà di ogni giorno ci giustifichiamo, dicendo a noi stessi: “ e che fa’?”
Fà invece ci dice Gesù e non sul piano concreto, ma su quello morale dell’allenamento del pensare e agire onestamente, perchè una propensione alla disonestà a partire dalle piccole cose, poi ci potrà portare a giustificarci anche nelle grandi disonestà. E infine il cuore, la sede principale delle scelte dell’uomo, dei suoi pensieri, sentimenti e soprattutto decisioni; Gesù ci chiede: di chi è? A chi appartiene? Chi è il suo o il nostro Dio? Per chi vive? Per chi si impegna e lotta? Dinanzi a chi si inginocchia? Guai se piano piano le ricchezze nel cuore prendono il posto del vero Dio!
Agerola, 15 settembre 2016 don Luigi, vostro servo