Oggi per questa casa è venuta la salvezza
Oggi per questa casa è venuta la salvezza
XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/10/2016)
Vangelo: Lc 19,1-10
Carissime catechiste e catechisti,
la Parola di questa domenica è la XXXI° del T.O. Essa, nel Vangelo e nella prima Lettura soprattutto, mi fa pensare veramente che il nostro Dio è il totalmente Altro; lo è in relazione al nostro modo di giudicare e valutare le cose o le situazioni di vita e al nostro modo di relazionarci con chi è stato un po’ debole o superficiale con noi. In genere in questi contesti noi siamo pronti a condannare e ad esprimere valutazioni che non lasciano scampo, senza appello, come suol dirsi, non diamo possibilità di riscatto a chi cerca una via d’uscita da una strada sbagliata o ulteriore possibilità. Il Dio di Gesù è il totalmente Altro: ha criteri tutti suoi, agisce con molta lentezza, valuta con larghezza di veduta, ci da tempo per pentirci e per ritornare sui nostri passi, non emette sentenze definitive in questo primo tempo della partita, sembra essere un tifoso ostinato dell’uomo, incoraggiandolo con la sua generosità e larghezza di prospettiva. Quando di una partita si vuol conoscere qualche particolare si rivedono le immagini “alla moviola”: ecco Dio mi sembra che agisca con lentezza, donando all’uomo, malvagio e nel peccato, nuove possibilità, perché l’uomo vivente è la sua Gloria, perché vuole donare a tutti tempo di riscatto e modi di risorgere dal proprio peccato. Si fa festa in cielo per un peccatore che si pente dal suo male, Dio gioisce per la conversione dal nostro errore e dai nostri sbandamenti umani; questo modo di giudicare e valutare da parte di Dio mi fa pensare che è proprio vero che la conversione per primo riguarda noi credenti, riguarda me che tante volte mi trovo a “litigare” con Dio , e “con i suoi pensieri e le sue vie”: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”, scrive il profeta Isaia; è prima di tutto Lui che cerca noi peccatori, come per Zaccheo, fa prima Lui a donare il perdono che noi a chiederglielo, basta solo uno spiraglio aperto di porta…. Mi viene in mente quella canzone di Lucio Dalla: “Se io fossi un angelo”, laddove l’autore sembra esprimere a Dio il suo parere negativo sul perdono che egli è pronto a dare anche a chi vende le armi e provoca tante sciagure. Viviamo al fede anche come una lotta e come Giacobbe cerchiamo di arrenderci a Dio e perciò crediamo che Egli fa così prima di tutto con me e con te, che pure non siamo esenti dal peccato e poi cerchiamo di usare i suoi criteri nel nostro modo di giudicare e valutare e di stare con gli altri o di valutare gli atteggiamenti delle persone quando hanno compiuto qualche sbaglio; questa è tutta la fatica che facciamo di convertirci all’unico, vero Dio. E nel cammino di conversione annunciamolo ai fratelli che Dio così ci tratta, così fa con noi ed è per questo che noi affascinati lo seguiamo. don Luigi, vostro servo