Paginetta per i catechisti: LA CHIESA, LA “TERRA SANTA”DELLA CREATURA DI GESU’
LA CHIESA, LA “TERRA SANTA”DELLA CREATURA DI GESU’
Carissimi catechisti e catechiste,
nell’atto di accingermi a meditare e a scrivere questa paginetta sento nel cuore una grande trepidazione: perchè ci avviciniamo a calpestare la “Terra Santa” della “Creatura” di Gesù, che è la sua Chiesa, amata con infinita tenerezza e poi il timore interiore cresce perchè Gesù ha dato alla sua Sposa un impegno, altissimo per vocazione e perciò arduo nella fattività: quello della correzione reciproca, del sentirci affidati gli uni agli altri, del camminare insieme verso la santità di vita e verso la Gerusalemme di lassù, che è nostra Madre. Sento inoltre che oggi per noi, uomini di questa civiltà, fortemente caratterizzata dall’individualismo, dal sentirci cioè semplicemente responsabili al massimo del nostro “personal co…ntrol”, c’è da operare un grande passo, scriverei un salto, per raggiungere la sponda di una visione dell’uomo, inteso come persona, fratello tra fratelli, componente-goccia di un popolo-fiume, pecorella di un gregge, amata personalmente. Quando partecipai alla giornata mondiale dei giovani nelle Filippine a Manila nel 1995, ricordo con tantissima gioia “il debutto”. Ci ritrovammo, con i miei amici di avventura, improvvisamente ed inaspettatamente “catapultati” in un “fiume umano” di giovani, entusiasti di essere amici di Gesù, che letteralmente ci travolsero con il loro sorriso, facendoci trovare nella piazza della Santa Celebrazione senza neanche accorcegene. Un’ immagine di Chiesa bellissima che io, come penso quei miei amici, non dimenticherò mai e che ci dice la vocazione nobilissima, a cui ci chiama Gesù: far camminare tutti insieme il suo popolo, aspettare e rialzare quelli che cadono, ri-”chiamare” quelli che escono dal sentiero e che rischiano perciò di “fallire”, indicare che non camminiamo verso il nulla e l’indefinito, trasmettere la gioia di essere uniti, sostenendoci soprattutto nei “punti di svolta delicati” e dire con forza, come papa Francesco, che il camminare val più che il ”sostare”. Non ritenete che queste immagini, applicate alla vita, ci spingano ad una grande “conversione” pastorale? Io noto, dal punto di ottica del mio essere pastore di comunità, che in alcuni questa ultima parola è solo una parola, scusate di “il bisticcio di parole”, dietro la quale non c’è assolutamente nulla, come vigore di relazione fraterna ed impegno personale e che siamo sempre bravi ad alimentare “devozioni” spirituali, “soddisfacenti” il bisogno religioso, ma anche molto bravi a “picconare” la comunità, nelle persone delle sue pecorelle e quanto più dei suoi pastori; sento inoltre che, addirittura anche per noi pastori, la correzione fraterna e filiale è diventata un po’ un’ impresa, perché sta mancando la fede nella persona del pastore ed anche perché non sappiamo leggere con la fede possibili richiami del pastore o di qualche fratello-sorella, pecorella del gregge. Chiediamo a Dio che ci allarghi il cuore ed anche la mente, perché veramente possiamo sentirci parte col Battesimo dell’amato popolo di Dio, perché la smettiamo, anche nelle sedi di consigli ecclesiali, di vedere tutto “nero”, di lamentarci sempre e perché inoltre impariamo a vedere con la fede quello che il Signore opera nella sua Chiesa; infine preghiamo perché impariamo a dire grazie, a sostenere con la preghiera i fratelli chiamati a grandi opere, a sentirci responsabili della salvezza del fratello, ad accettare con umiltà il suo intervento di carità nei nostri confronti e a vivere con la stessa virtù evangelica lo spirito di collaborazione e di dialogo, che siamo chiamati a donare. C’è proprio da camminare e convertirsi!
Don Luigi, vostro servo