Paginetta per i catechisti: PENTIRSI, ESSERE NUDI DAVANTI A DIO
TITOLO: PENTIRSI, ESSERE NUDI DAVANTI A DIO
Carissimi catechisti e catechiste, la Parola di questa Domenica è quanto mai attraente e affascinante: a me sembra tanto che ci dica che cosa Dio Padre intende per vita, Egli ci dice che cosa è vivere; vivere è amare, vivere è non peccare, vivere è tornare sui propri passi, vivere è convertirsi, decidere di cambiare stile e scelte di vita, vivere è far vivere se stessi perchè facciamo la Volontà del Padre, vivere è essere fino in fondo uomini e donne di responsabilità, perchè capaci di pensare, riflettere su se stessi, sulle proprie azioni e non scaricare sempre sugli altri o peggio pretendere sempre dagli altri un cambiamento; viceversa la morte in Dio Padre è volgerGli le spalle nelle scelte di vita, anche se con le labbra Lo onoriamo, la morte è perseverare nel male e nel peccato, senza mai tornare indietro, senza mai chiedere scusa agli altri o perdono a Dio, morire in Dio Padre è avere un cuore doppio, non sincero con Lui, che cura solo esternamente il rapporto di fede e di amore con Lui: penso quanti uomini già morti si aggirano in mezzo a noi, quanti giovani rischiano di morire e non lo sanno a causa delle tante tentazioni e dispersioni, quanto importante è il ruolo di chi come noi catechiste /i cerca di far conoscere la via di Dio che è la via della Vita; il nostro Dio è il Dio della Vita, che ama la Vita, che vuole la Vita, che sceglie la Vita, che vuole compiere in noi il miracolo più grande, con la nostra piena e consapevole partecipazione: la conversione, il cambiamento di vita, frutto di un pentimento sincero, ed espressione di vero Amore, come nella peccatrice pentita: tante volte nella storia della letteratura sono state scritte pagine; il pentimento ancora può essere accompagnato dalle lacrime, lacrime di vita, lacrime di vero amore, lacrime preludio di santità di vita, anche dopo peccati gravi e opprimenti. Negli scribi e nei farisei Gesù non denuncia tanto il fatto che non hanno compiuto la volontà di Dio, quanto che non si sono nemmeno pentiti per crederGli: la gravità quindi per Gesù non è data tanto dal fatto di disobbedire, quanto di far finta di non aver fatto niente di male; questa pagina di Vangelo forse è ci stimola a smetterla di giustificarci sempre da soli, di coprirci sempre davanti a Dio con foglie di fico, pensando che così non siamo nudi, di pensare che siamo bravi e buoni da meritare solo medaglie e caramelle; lasciamoci giustificare esclusivamente da Colui che ha dato la sua vita, perchè noi trovassimo la vita vera, riconosciamoci nudi davanti a Lui, per quello che siamo: sarà il Signore a saperci mettere gli indumenti giusti. Dio Padre ordina la festa in cielo, quando noi ci apriamo al vero pentimento, che è un’opera di Dio dentro il nostro cuore, un segno inequivocabile del lavoro dell’Artista col suo Santo Spirito nelle pieghe interiori del nostro animo: preghiamo intensamente per tutti quelli che ancora oggi hanno porte blindate davanti al loro cuore e non lasciano mai entrare il vento leggero di Dio, che ci convince dolcemente e soavemente quanto al nostro peccato e al suo Amore Infinito, il peccatore è una Creazione di Dio; “ne voglio fare un popolo di peccatrori!” Esclamò quel predicatore chiamato a giustificare il senso delle sue parole dal pulpito. Anche noi sacerdoti, interiormente, nel confessionile “commuoviamoci” già a veder un uomo dire “ho sbagliato”, senza tanto stare a soffermarci e quasi inquisire sulle sue azioni, come il Padre che non lascia finire di dire tutto al figlio che torna: “e Gesù si mette a confessare e non chiede quante volte”, dice papa Francesco.
Don Luigi, vostro servo