Paginetta per i catechisti: CAMMINARE SENZA CERCARE COMODE SCORCIATOIE
TITOLO: CAMMINARE SENZA CERCARE COMODE SCORCIATOIE: Carissimi/e catechisti/e, leggendo le letture di questa seconda Domenica di Quaresima ho forte l’impressione che non possiamo conoscere l’importanza del loro grande annuncio, se noi lasciamo a casa o mettiamo a parte di quello che meditiamo, il nostro quotidiano, la nostra diuturna fatica di credere, di sperare e di amare nell’obbedienza Dio, o non teniamo in minimo conto le pene che attraversano il nostro cuore per il male del mondo e per il nostro male o le domande più vere e profonde, che spesso attraverso qualche sacerdote o semplicemente nella preghiera, eleviamo con forza, mai termine più appropriato, dal basso di noi a Dio, in cielo. Inoltre queste pagine della Sacra Scrittura ci aiutano a leggere il tempo della Quaresima, che stiamo vivendo, come un bellissimo modello del cammino della vita e della fede, che noi compiamo nella pianura delle tentazioni e delle prove di quaggiù, in attesa della Pasqua eterna di Rivelazione di luce e di pace, che il nostro cuore di viandanti inquieti, con desiderio struggente, cerca. Sì, perché innanzitutto i discepoli, che stanno con Gesù sul monte della Trasfigurazione e che stanno compiendo un cammino faticoso di fede lastricato di dubbi, domande ed incertezze per “le sorprese”, che Gesù rivela loro, sono proprio come noi, anzi sono proprio noi, che compiamo il nostro pellegrinaggio nell’alternanza interiore di oscurità e di luce, di peccato e di Grazia, di dubbi e di risposte, di obbedienza e di ribellione, a cui Gesù, con il suo rivelarsi come dono del Padre, cerca di dare una risposta di esperienza di pace e di certezza interiore. Certo è che essi dovranno scendere dal monte , dovranno cioè continuare a cercare e attraversare le notti dell’inquietudine e della fatica delle prove, ma questa volta con “qualcosa in più”, un motivo importante in più per credere e sperare; una certezza profonda può abitare il loro cuore: non stanno sbagliando tutto, non stanno seguendo o perdendo tempo dietro un folle, un illuso, un perdente disperato; no, con tutto il suo predicare Croce e sofferenze, Gesù è Dio, Gesù è il Figlio di Dio, tanto atteso, che passa però per una strada inattesa di passione e che chiede a chi lo vuol seguire “il passaggio stretto” per la “stessa sorte”. E’ la Chiesa che è chiamata nei membri, laici, religiosi e gerarchia, a non seguire strade di scorciatoia, a non alleggerire il peso del suo carico dietro la Croce, sapendo che proprio là ti aspetta Gesù e proprio là in quella esperienza di croce e di passione, Dio, come con il suo Figlio, anche te vuol trasfigurare, perché tu ed io possiamo assomigliare di più al suo Amato Figliuolo. Con la Trasfigurazione allora le nostre croci terrene acquistano dentro una luce, non scompaiono, Gesù non le annulla per magia, ma vi mette dentro una speranza, quella di sapere nella fede che quella è la strada, che quella è stata la sua strada ed è anche la nostra di discepoli. Nelle nostre chiese o a volte sulle bancarelle dei negozi vicino ai Santuari troviamo delle croci o delle statuine di Santi e di Maria che sembrano un po’ magiche, perché hanno una luce nascosta che le attraversa e le abbellisce; cosi, mi sembra oggi la croce che Gesù porta e chiede anche a noi di farlo; è una Croce trasfigurata, una Passione abitata dall’Amore di Dio, che non toglie il peso alle nostre spalle, ma che mette speranza dentro il cuore e che ci conduce lei a noi verso la Pasqua eterna della Rivelazione finale della Gloria di Dio. Abramo, nostro padre nella fede, ci aiuti ad essere obbedienti nella fede al cammino quaresimale che Dio ci offre su questa terra e ad offrirGli con gioia l’Isacco di ciò che più amiamo, perché possiamo comprendere che solo Dio va amato con tutto il cuore, l’anima e le forze.
don Luigi, servo vostro