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Paginetta per i catechisti: IL “MAITRE” CI INVITA GENTILMENTE AD ALZARCI DA TAVOLA

TITOLO: IL “MAITRE” CI INVITA GENTILMENTE AD ALZARCI DA TAVOLA: Carissimi/e catechisti/e, voglio lasciarmi guidare nella riflessione di questa Domenica da un’immagine, che è relativa all’ambiente alberghiero, nel quale io svolgo il mio lavoro-missione di insegnante di Religione Cattolica: nelle sale degli alberghi di un certo valore è presente il maestro di sala, il “maitre”, il quale presiede nel servizio tutti i camerieri e cerca di essere attento alle esigenze che si possono creare, pronto a risolvere ogni disagio agli ospiti; proprio ieri, invitato di un ricevimento sponsale, sono stato accolto dal maestro di sala con tanta gentilezza. Fuori dalla metafora possiamo immaginare Gesù come il Maestro di sala, che oggi ci conduce soavemente, ma anche decisamente, ad alzarci dalla mensa presso la quale abbiamo consumato il primo pasto, quello che non dura e di cui avremo di nuovo fame e ad incamminarci con gioia verso la sala che attraverso i vetri Domenica scorsa già si intravedeva: “Gesù prese i pani, rese grazie, li diede ai discepoli…”. Ai ricevimenti importanti molto spesso l’aperitivo viene servito presso altre sale. E qui l’asino casca un po’! Sappiamo infatti che alzarci da tavola per noi non è affatto l’operazione più facile: ci costa molto. Ma il Maestro di tavola vede che è necessario per l’uomo, se vuole soddisfare tutti suoi appetiti, come abbiamo ascoltato oggi, perché c’è una grande differenza tra quello che si mangia alla prima mensa, rispetto a quello che si mangia alla seconda: in quest’ultima si mangia un Pane che rimane per la Vita Eterna e che lo stesso Figlio dell’uomo, il Maestro di tavola, ci da. Nel rivolgerci con cortesia questo invito, il Maestro di tavola ci sta già dicendo che noi non siamo fatti solo per mangiare il pane di questo mondo, con tutta la carità e la santità che può caratterizzare questi pasti fraterni, ma che siamo chiamati come suoi amici anche ad alzarci da questa tavola per cercare, per aver fame e sete, per darci da fare e per desiderare con ardore del cuore anche il Pane di Vita Eterna. L’uomo, infatti, non può essere soddisfatto, saziato e “colmato” solo dal cercare il pane materiale, ma in lui è viva una santa inquietudine per la verità, per l’amore e per l’infinito, di cui questo Maestro di tavola ci vuole “saziare” amabilmente nel Pane per eccellenza. Ma ciò comporta il coraggio, la fatica e la forza di alzarci da tavola e metterci in cammino insieme a tutti gli invitati: riusciamo ad immaginare una festa nella quale siamo solo noi invitati? Credo che non si sia mai vista al mondo, ed allora perché ci ostiniamo a pensare che incontro a questo Pane possiamo andare da soli e come e dove vogliamo noi? Andare insieme agli altri invitati a sederci a quell’altra Mensa e mangiare il Pane che rimane per la Vita Eterna comporta un cammino: quel Pane ci mette in cammino, cioè ci converte a maggiore mobilità, ad uscire da noi stessi e a perdere le nostre comodità e i nostri modi di essere: comporta prontezza a pensare come pensa Colui che si nasconde in quel Pane, perché cercando e mangiando di quel Pane l’io scompare pian piano e “Lui ci trasforma in Lui”, facendoci donare, servire e perdonare come ha fatto Lui… e qui casca l’asino, parecchio! Costa moltissimo quel Pane, altro che Ronaldo! A Cristo è costato ed anche a noi costa! E’il Banchetto del Cielo! Il Maestro di tavola ci ha detto: datevi da fare! Cosa ci vuol dire? Che dobbiamo sudare come facciamo per il Pane di questo mondo? Credo che la chiave sta semplicemente in questa disponibilità a pensare che il Pane di Vita Eterna se lo cerchiamo e Lo mangiamo, non siamo noi che Lo trasformiamo in nostra energia vitale, ma è Lui che ci trasforma in gesti Divini in noi e noi perdiamo pian piano l’io…e noi non vogliamo perdere…Mangiare questo Pane allora è un’opera Divina, il Maestro di tavola chiama come suoi collaboratori ancora oggi i camerieri-sacerdoti per dirci l’importanza di questo Pane, per servire il quale questi speciali camerieri danno tutta la loro vita, il loro tempo e le loro capacità. Mangiare questo Pane e compiere questo cammino di uscita da noi stessi comporta il dono della fede nel Maestro di tavola che ci chiama e che in maniera mistica continua a nascondersi semplicemente in un pezzo di Pane di Vita Eterna.
don Luigi, servo vostro

04/08/2018 | News, Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: IL “MAITRE” CI INVITA GENTILMENTE AD ALZARCI DA TAVOLA
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