Paginetta per i catechisti: LA MAMMA ED IL MANTELLO CALDO
TITOLO: LA MAMMA ED IL MANTELLO CALDO: Carissimi/e catechisti/e, certamente non è un’ immagine adatta per la calda stagione che stiamo vivendo, ma quando siamo nel freddo dell’inverno sappiamo tutti quanto è importante trovare la mamma che ci dona sempre indumenti caldi, adatti a farci superare quel freddo che sembra bloccare tutte le parti del corpo! Un detto popolare delle nostre parti ricorda come nel tempo del rigido inverno il fuoco sia vitale più del pane. Ebbene io, sin dal primo momento che ho ascoltato le pagine della Sacra Scrittura di questa Quattordicesima Domenica del t.o., ho pensato che i territori delle nostre comunità il Signore Gesù, come una provvida mamma, non li lascia nel freddo del paganesimo, del male e del peccato e dona loro la calda coperta della comunità cristiana e con essa la Grazia, la Misericordia e la Luce. Gesù, secondo il racconto del Vangelo di Luca, ha già inviato i dodici ed ora estende ai settantadue discepoli la sua missione, cioè il compito e l’onore di rappresentarLo in mezzo agli uomini. Egli li manda con uno stile che tanto assomiglia al Suo, fatto innanzitutto di fiducia nell’Amore e nella Provvidenza del Padre ed anche di povertà, di coraggio, di comunione reciproca e di mitezza. Egli lascia intravedere con questa scelta che tutti i popoli della terra potranno ricevere la Grazia della visita dei suoi discepoli e perciò potranno conoscere la bellezza del Vangelo. Anche la prima lettura, che certamente fa da introduzione al Vangelo, lascia trapelare questo dono che il Signore fa dall’alto, nell’immagine di un bambino che si allatta al seno provvido di sua madre e succhia abbondante il latte della Grazia. Ora ritengo che noi siamo potentemente provocati sul piano della fede, perché le letture ci aiutano a conoscere che la comunità cristiana, di cui sono simbolo i settantadue, è prima di tutto un dono dall’alto, è il segno concreto che il Signore vuole che nessuno rimanga a digiuno di conoscenza e di esperienza concreta della sua Parola e della sua presenza, richiamata o resa viva oggi con i Sacramenti; quanti stimoli di pensiero allora: innanzitutto guardiamo con gioia a Gesù che vuol farsi conoscere da tutti gli uomini; Lui spera che nessuno dei suoi figli sia privato della Grazia di poterLo conoscere e amare e così accogliere la Salvezza eterna. Riteniamoci toccati ed investiti dalla Grazia e dal pensiero cortese e missionario di Gesù; se in un territorio c’è un sacerdote, una catechista o si celebra la liturgia e vive una comunità cristiana è una Grazia, è perché Gesù ha pensato a quel popolo e lo vuole elevare, amare, salvare e rendere bello e buono; allora, don Luigi, noi, impegnati in parrocchia, nel nostro servire non “partiamo”, nell’agire, da noi o dal nostro desiderio di fare qualcosa per la comunità? Allora anche dentro questo desiderio c’è la chiamata del Signore? Allora tu, con il Vangelo alla mano, scrivi che Lui mi ha scelto/a e mi ha chiamato/a, così come sono? Allo stesso modo anche noi altri che ci avviciniamo e stiamo dentro quella comunità cristiana siamo chiamati in primis non a fare la lista della spesa dei suoi difetti, ottimo scudo per tenerci da parte, ma piuttosto ad avvicinarci con fede, perché dentro le pieghe e tante volte le piaghe di quella comunità ed anche dentro le vicende contorte e i difetti umani è scritta, secondo il Vangelo, la chiamata di Gesù: ai singoli sì, ma per la comunità, per edificarla e farla crescere. Allora non esiste il navigatore solitario nella Chiesa o il protagonismo che porta ad emergere e a far evidenziare le doti del singolo, ma prima viene la comunità che evangelizza e annuncia il Vangelo. Quanto è importante per ognuno di noi superare quell’atteggiamento che ci porta a cercare la comunità cristiana solo quando ne ho bisogno o quella comunità cristiana perché mi piace…, oppure mi è comodo…La comunità si abbraccia e si ama, alla comunità si partecipa, scriverei che non la si guarda neanche in faccia, perché ci basta conoscere che è quella dove Gesù agisce, quella che Lui ama, quella attraverso cui Lui ci sta amando ancora oggi, si rende presente e ci chiama alla santità, facendoci camminare sulle sue vie e superare i nostri limiti. La comunità cristiana è il segno concreto nei singoli territori dello sposalizio mistico di Gesù con la sua Chiesa e della festa nuziale che si celebra ogni Domenica, giorno di Gesù Risorto. Mi domando con trepidazione interiore: abbiamo questa fede nei confronti della comunità cristiana? Abbiamo questo senso di onore verso la mamma che, teneramente, sempre si dona ai figli suoi e non le fa mancare di conoscere ed amare per tutta la vita l’Unico Necessario? Donaci, Signore, di essere cristiani che nei semplici segni delle nostre comunità di fede sappiano leggere la tua presenza mistica di Sposo Eterno.
don Luigi, servitore vostro