Paginetta per i catechisti: “IL VINO BUONO SI TROVA NELLE BOTTI PICCOLE!”
TITOLO: “IL VINO BUONO SI TROVA NELLE BOTTI PICCOLE!”: Carissimi/e catechisti/e, chi di noi non conosce questo famoso proverbio? Almeno qualche volta lo avremo ascoltato ed anche pronunciato, almeno per difendere la vita di chi soffre umiliazioni dolorose: gli esperti cultori di vino ritengono che proprio nelle piccole botti, alle quali attribuiscono anche un nome francese particolare, si conserva a lungo ed in ottimo stato il vino, preparato con tanta cura. Carissimi e carissime, non sono affatto un esperto viticoltore, anche se da fanciullo davo sempre un aiuto in casa quando si lavorava e si schiacciava l’uva per il vino dell’anno; ora mi piace solo bere un po’ di buon vino a tavola, ma con questo esempio, certamente limitato, voglio introdurmi nella efficacissima e densissima liturgia della Parola di questa ventiduesima Domenica del tempo ordinario. Infatti mi sembra tanto, alla luce della pagina evangelica odierna, che Gesù ci dica: voi, miei amici ed amiche, siate piccole botti! Cioè, nella vostra vita non cercate di stare in evidenza, o di mettervi al centro delle attenzioni in maniera “pacchiana e spocchiosa” o di elemosinare gli onori di questo mondo e le glorie, tante volte fasulle e vuote di questo breve passaggio terreno: abbiamo ben altro da cercare… Ho in mente la famosa frase che si attribuisce ad Archimede: “datemi una leva e vi solleverò il mondo!”. Ecco, Gesù oggi ci ha consegnato la leva da cui sollevare il mondo, è quella chiamata “ultimo posto”, che è proprio la Sua: noi la baciamo e la abbracciamo! Cercheremo di non spostarci di là! Inoltre, come un bravo insegnante di fotografia, ci ha donato la prospettiva da cui guardare, fotografare e soprattutto servire il gruppo-comunità; come un buon mister sportivo ci ha assegnato anche il numero della maglietta e soprattutto il ruolo in cui giocare o lo la fetta di campo, nella quale muovere i nostri passi, per la squadra-comunità; ai suoi discepoli, infatti, non devono interessare le prime pagine dei giornali o il centro nella posa dei microfoni degli intervistatori televisivi. I suoi amici/che? Mai “prime donne”! Siamo chiamati a rifuggire con forza interiore la tendenza di stare sempre “sul pezzo”, ma non perché stiamo mettendo in campo bene tutte le risorse di cui noi siamo capaci, ma solo perché dall’altra parte c’è qualcuno che ci sta dando vita, cioè ci sta proiettando al centro di interessi mediatici. Penso all’altra frase, questa volta attribuita ad un grande filosofo, Cartesio, che certamente ha tanto contribuito alla formazione della nostra cultura europea: “cogito, ergo sum”, “penso, quindi sono”; con in mano il Vangelo di oggi possiamo scrivere che per il Maestro non conta per niente lo stesso motto un po’ capovolto: “cogitor, ergo sum!”, “ sono pensato, quindi sono!” Il nostro essere persone gioiose e pacificate ci viene solo dal sapere e sentire anche, quando è possibile, che Dio ci ama, immensamente e pazzamente. Poi, “può starci” anche che gli altri non ci guardino e non si accorgano neanche che noi “ci siamo”, “ci trattino come nulla” e addirittura ci disprezzino: conta relativamente, perché “ego sum”, “ego sum filius/a”, io sono un figlio o una figlia da Lui tanto amato/a e a Lui, ci suggerirebbe S. Teresa la piccola, comunque piace giocare con questa pallina, che siamo ognuno di noi! Carissimi e carissime, con tutto il cuore vi scrivo: curiamo molto questa spiritualità della piccolezza; la vanità del mondo, quella che papa Francesco chiama mondanità, tante volte si diffonde anche nelle pieghe di vita della Santa Madre Chiesa e fa solo danni, provocando divisioni, gelosie e tensioni. Anzi il nascondimento, rifiutato dal mondo, agli occhi di Dio e spero anche nostri, è una Grazia! Ho l’impressione che ci sono già troppe persone che prendono l’essere, la vita e l’energia nel sentirsi al centro, noi invece giochiamo in altri ruoli, ma mai al “centro-campo attenzionato”. Trovo molto bello, inoltre, impostare con questa pagina evangelica l’anima di questo mese di Settembre, dove festeggeremo Maria Bambina, Maria piccolina, piccina agli occhi dei potenti e dei superbi, grande per Dio e per gli umili. Donaci, guardando Maria, o Signore, lo spirito della piccolezza! Le nostre comunità sono alla deriva nella stima reciproca, sono addirittura in riserva di stima fraterna; ho tanto l’impressione che non abbiamo stima gli uni degli altri, perché purtroppo la superbia ci rende gli occhi del cuore “foderati di prosciutto” e non vediamo il bene dell’altro/a e le sue virtù; a questa auto-parrocchia, che cammina lentamente perché in riserva di stima, oggi Gesù dona il carburante per correre, invece, a serbatoio pieno: l’umiltà, che ci libera gli occhi e il cuore dal prosciutto di un “ego gigante e altezzoso”. Infine mettiamoci alla ricerca del vino buono nascosto nelle botti piccole: il mondo attenziona tante botti grandi! Non aspettiamoci mai che il vino delle botti piccole si faccia pubblicità da solo, questo non accadrà mai; la nostra ricerca spirituale, come bambini che, con gioia ansiosa, sfogliano un bellissimo regalo, ci condurrà a scoprire i tesori nascosti dei piccoli di questo mondo, ai quali non facciamo male, secondo me, qualche volta a dare un applauso “silenzioso”, che il mondo mai loro riserva.
don Luigi