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Paginetta per i catechisti: IL CRISTIANO, UN CORAGGIOSO SUBACQUEO

TITOLO: IL CRISTIANO, UN CORAGGIOSO SUBACQUEO: Carissimi/e catechisti/e,  chi di noi in tempi passati non si ricorda delle imprese eroiche di Maiorca, capace di scendere sott’acqua in condizioni di apnea, per cento metri e più, senza il supporto di nessuna bombola d’ossigeno? A volte noi altri, quando andiamo al mare, pure cerchiamo di scendere un poco sott’acqua, ma nella nostra debolezza ed incapacità restiamo molto in superficie e a quel punto ci resta solo di  immaginare quanta bellezza Dio Padre ha diffuso nei fondali marini in fauna ittica e vegetazione marina! Bellezza oggi molto spesso deturpata, purtroppo, dalla incuria e dall’egoismo dell’uomo! Carissimi e carissime, con in mano soprattutto il Vangelo di oggi, ventottesima Domenica del Tempo Ordinario, scrivo: a noi la scelta, vogliamo rimanere in  “superficie” del cammino di fede appena appena a galla, nell’atteggiamento di chi cerca Dio, solo quando gli fa comodo o per necessità e circostanza, senza mai fare una scelta, come se Dio fosse solo un vestito esteriore, che  non  cambia per nulla la realtà intima oppure invece scegliamo di essere come i subacquei, che cercano innanzitutto di scendere in profondità della propria persona e perciò del mistero di Dio? Restare in superficie e galleggiare nel Vangelo, plasticamente, è rappresentato dall’atteggiamento di quei nove lebbrosi, che non vogliono essere “disturbati” troppo da Dio, nell’uso del tempo e nelle scelte di vita, che lo hanno cercato sì, ma per risolvere i “fatti propri”, perché vadano bene le proprie faccende, per stare un po’ meglio in salute e guarire; ma poi ognuno a casa sua, Dio e noi, ognuno per sé e Dio per tutti! Essi cercano solo la guarigione! Lo straniero, invece, il Samaritano, rifiutato ed emarginato anche per la sua fede, ha il coraggio di tornare indietro, di rendere Gloria  a Dio, di ringraziare con sincerità, di avviarsi lungo un cammino di salvezza, non solo di guarigione e per questo, come Maiorca, ma per l’anima, comincia a scendere in profondità, dentro di sé, per trovare nelle pieghe della sua anima le bellezze inesplorate della presenza di Dio e scava e scava nelle grotte di se stesso per trovare le tracce del passaggio di Dio nella sua vita; cerca perciò, proprio come un quaderno “squadernato”, di aprirla sempre di più alla Sua Luce e alla sua Grazia, perché diventi sempre più bella, scoprendo la Bellezza di Dio in sé.  Egli, con il suo tornare indietro, si compromette, forse per sempre, e da quel momento egli non sarà più lo stesso! Comincia cioè a lavorare su se stesso, a scoprire che Dio a lui ha affidato anche un’anima da curare e di cui seriamente e sanamente preoccuparsi, prima della salute stessa; comincia ad occuparsi nello spirito anche della sua salvezza eterna e a pensare che, se può essere vero che si è “salvato” dalla malattia della lebbra, questo potrebbe non valere niente per lui, se poi rimane vittima del peccato che inquina la sua anima, rovinando per sempre la sua eterna salvezza: e questa cosa comincia a turbarlo sul serio! Si avvia così a conoscere ed ad amare veramente Gesù, che, come un mago, non è venuto semplicemente per guarire tutti gli ammalati nel corpo, ma per  “incendiare” ed incoraggiare in tutti il cammino della fede, che è una ricerca interiore nelle viscere più profonde di sé , laddove il buon Dio ha sparso le ricchezze più belle di una persona. “Tu eri dentro di mee io fuoriE là ti cercavo” Chi, se non S.Agostino, poteva essere il maestro di questa ricerca interiore, che è il cammino della fede cristiana? Con Gesù quell’uomo dà “l’incipit” per  stabilire un ponte durevole di amicizia e a cercarLo anche per ascoltare le sue catechesi, per confrontarsi con Lui personalmente sulla Volontà di Dio, che  rivela la necessità di cambiamenti di vita importanti per lui; per questo chiede sinceramente cosa Dio gli sta chiedendo e come per piacerGli egli deve cominciare a cambiare la sua vita; sta andando al di là delle solite domande banali di superficie, “perché, perché, perché” e si sta chiedendo invece cosa lui può fare per gli altri, soprattutto per gli ammalati e le persone in sofferenza. Inoltre sta imparando ad apprezzare le persone che stanno vicino a Gesù e che formano il collegio apostolico, e con loro inizia a fare questo nuovo cammino di vita; è straniero e  sta apprendendo che anche lui è portatore di valori e di tradizioni belle e ricche e intanto apprezza anche quelle degli altri. Sta conoscendo che l’uomo vale molto di più per quello che è che per quello che ha e per curare l’essere e non l’avere, egli deve mettere in campo tutte le sue risorse spirituali ed umane!

don Luigi, vostro servo

11/10/2019 | News, Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: IL CRISTIANO, UN CORAGGIOSO SUBACQUEO
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