Paginetta per i catechisti: CUORE E CORPO ON
TITOLO: CUORE E CORPO ON: Carissimi/e catechisti/e, a volere ascoltare i nostri fisioterapisti e i nostri medici dovremmo stare sempre in attività: loro sanno bene, infatti, che un corpo che si mantiene vivo con sane operazioni, non può che riceverne beneficio. Noi, insieme a loro, conosciamo altrettanto bene, che il corpo non può restare in una condizione di allenamento costante, se non è sostenuto da un cuore forte ed integro, capace di pompare continuamente sangue all’organismo e di reggere il peso degli stimoli continui che noi gli diamo. Oggi, carissimi e carissime, con questa immagine, così naturale e vera, vorrei introdurmi nel commento alla Parola della XXIX° Domenica del t.o., perché a me Gesù da tanto l’idea di un bravissimo fisioterapista dell’anima: vuole sempre on, continuamente in preghiera, i suoi discepoli, mai rammolliti o afflosciati, debosciati o svogliati. Su, su, forza! Ma come si fa, o Gesù? Non sai, forse, che noi ci stanchiamo? Sai, carissimo Gesù, ad un certo punto cominciano a venir meno le forze, fosse solo per gli scoraggiamenti che ci vengono dalle delusioni e dalle prove! E poi? Poi ci sono le attività da svolgere nel mondo e nella Chiesa e con esse le tante contraddizioni che sperimentiamo e che cozzano con il Vangelo: e come facciamo a rimanere con uno spirito vigile e pronto, fino al punto da continuare a pregare comunque, anche in mezzo ai mille affari, che tante volte ci ingolfano la vita? Ecco un altro verbo “magico”, che ci presta il fianco per una bellissima immagine, molto antica della preghiera, ci ricorda Sant’Antonio Abate: quando la stanza della nostra anima si ingolfa, in realtà si sta riempiendo di anidride carbonica nociva e noi non riusciamo più a respirare; ci resta solo di uscire dalla stanza per non morire, almeno che non la liberiamo di quel qualcosa che ammorba l’aria. Sì, carissimi e carissime, pregare è come respirare ed è perciò come vivere o custodirci in vita; quando l’anidride carbonica ha sporcato eccessivamente i polmoni dello spirito, noi non respiriamo e cioè non preghiamo più: non pregare più vuol dire non desiderare più aria buona ed ossigenata per noi, come quei fumatori incalliti, abituati a respirare elementi nocivi. Ecco allora come poter pregare sempre, o Gesù e forse questo ci consigli e vuoi per noi: desiderate, desiderate, desiderate! “Alzo il capo, da dove mi verrà l’aiuto?” (Salmo 120) Desiderare è un verbo che ci richiama le stelle, ricordate? Per guardarle dobbiamo alzare il capo! Desiderate sempre Me, come gli innamorati tra loro si desiderano: il nostro pensiero corra sempre a Te, anche mentre stiamo con i fornelli accesi, (non fate bruciare nulla, però, per favore!) o in mezzo all’aridità di numeri di conti o tra documenti vari da disbrigare oppure infine nelle serate estive di puro divertimento. Non preghiamo più forse perché non siamo più innamorati, (penso io) e perché abbiamo fatto della preghiera un’esperienza solo di labbra e di doveri, oppure perché abbiamo fatto saltare il ponte del dialogo d’amore intimo e nascosto con Te, Gesù, innescando la “mina” della superficialità. Io penso in questo momento alla preghiera del Santo Rosario, diventata agli occhi nostri la preghiera delle vecchierelle o quella “più pesante”, quando è invece solo la preghiera degli innamorati che non si stancano mai di dirsi:”…………..:” in italiano, in inglese o nella lingua che voi volete, conta poco o niente. Desiderare Dio è pregare, desiderando di farLo sorridere con la nostra vita, di vederLo compiacersi di noi, di quello che noi facciamo, delle scelte che compiamo, tanto da poterGli far dire: tu mi piaci, Io in te mi compiaccio! Una parola, ehh!!! Una parola veramente, quando il cuore è ammalato, non funziona bene, o è attaccato dalle tante malformazioni che ben conoscono i cardiologi; noi sacerdoti, allo stesso modo costituiti cardiologi dell’anima da Gesù, esperti del cammino di fede cioè, sappiamo bene che tante volte il corpo della preghiera non si muove più, non è on, semplicemente perché il cuore della fede è talmente malato, che non pompa più il sangue delle convinzioni e delle certezze della Presenza; quel cuore, non possiamo fare altro, ha bisogno di essere curato, avrebbe bisogno di medicinale, a volte anche di trapianti, altrimenti le preghiere escono pure qualche volta, per forza magari, ma senza il cuore della fede, risultano essere solo parole vuote, come se dicessimo ad una persona non amata:”…………………………………..” Avete sentito come me, carissimi e carissime, la pesantissima domanda finale di Gesù del Vangelo di oggi? Portatela a casa per favore, lasciamoci inquietare, è spietata ed è rivolta a me e a te, non ad altri che stanno dall’altra parte della terra; io ci aggiungerei solo: “troverò la fede sulla terra d’Europa?” Per favore non continuiamo a pensare che troveremo ancora il camino acceso della fede, quando non abbiamo portato più la legna del desiderio: rischiamo di trovarci un giorno al freddo e al gelo! Forse già ci siamo? don Luigi, vostro servo
18/10/2019 | News, Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: CUORE E CORPO ON
Tag: Ufficio Catechistico