Paginetta per i catechisti: MA CHE GRANDE!
TITOLO:MA CHE GRANDE!: Carissimi/e catechisti/e,fratelli e sorelle, vedo che quest’espressione abbastanza spesso “sta” sulle nostre labbra: infatti ci capita di dire così quando assistiamo ad una validissima prestazione canora o musicale, come una di quelle del grande Andrea, oppure quando ammiriamo la qualità professionale di un bravo attore, pensiamo al grande Gigi in questi giorni ed anche quando guardiamo le scene di un bel film, penso al grande Roberto, che con il sorriso sulle labbra ci ha fattopensare al dramma della Shoah e alla follia di un pensiero fuorviante. Ma che grande, esclamiamo meravigliati, perché almeno per qualche attimo abbiamo la netta sensazione di essere stati letteralmente trasportati su un piano superiore e di avere ammirato le opere di un uomo eccezionale. Ed oggi, don Luigi, tu ritieni che chi sia grande, e perché no,grande, grande ancora, nel commentare la trentaduesima domenica del tempo ordinario? Subito sono da voi ed eccovi serviti: Grande, Grande, Grande è Gesù il Signore e lo è veramente, sfido proprio tutti,non è affatto ovvio, perché solo come i grandi sanno fare, parla di un dramma, quale la morte, nei termini di una festa edannuncia una frattura di relazioni con l’ espressione di un attesissimo ed intimo incontro di gioia! E allora, carissimi e carissime, in piedi, abbiamo pochi,se non nessun margine di movimento:potremmo solo pensare alternativamente che è un illuso, un visionario e un idealista; ma neanche: semplicemente perché l’ingresso, così preparato e sognato nella stanza delle nozze, non è mai irreale, anzi èlasola certezzadella vita;prendere o lasciare, carissimi e carissime! Quello che è vero anche e lo scrivo con grande tristezza nel cuore, smentitemi se potete, è la patina di grigio con cui noi uomini del postmoderno e del post-“nonsochè” abbiamorivestito questa nitidissima pagina delVangelo e da “benpensanti”, oscuratocon fitti banchi di nebbia le categorie di cui Gesù ci dona il Lieto Annuncio: la verginità di preparazione allo sposalizio edil fascino attraente della stanza nuziale; il culto della mediocrità e del pensiero debole soggettivo hanno indebolito ed infiacchito tutto: chi osa rischiare di parlarne ancora oggi senza essere preso per matto?
Ma lasciatemi sognare ad occhi aperti, per favore e chi fra voi vuole lo faccia con me, alimentando insieme i fiati delle nostre speranze e dei nostri annunci: come almeno sembra essere passato il vento disturbante di Halloween, passerà anche questo pensiero e ai nostri giovani avremo la gioia di riconsegnare tali sogni e tali santi desideri, capaci di attraversare,sani ed imperterriti, le vite e gli anni. “Tutto passa – ha detto un giorno il nostro amatissimo Maestro – solo la mia Parola non passa mai!”. Coraggio perciò e al lavoro, carissimi e carissime: intravedete anche voi come me, nel chiaroscuro delle primissime ore del giorno, albe nuove di pulita e gioiosa luce? Stiamo loro andando incontro, non dubitatene, e non arretrate neanche di un millimetro dalle postazioni di sentinelle di lieti annunci sulle quali il Signore vi ha posto: non abbiate paura della notte e ringraziamo insieme il buon Dio oggi per i frutti della terra, che baciamo, è la nostra mamma, ma anche per questi tempi che stiamo vivendo, forieri di aurore di rinascita umana e cristiana. Ora però mi lasciate spingere anche oltre, sperandodi tirare dietro almeno qualcuno e qualcuna: ese con Gesù provassimo anche noi a cambiare registro di pensiero e di linguaggio, parlando della morte come Lui, Grande, Grande, Grande, nei termini di un incontro sponsale? Se cominciassimo oggi larivoluzione o meglio la “retro-voluzione” della cultura,per cui prendiamo con buona lena, proprio come voi bravissime massaie, lo spray lucidante e togliamo tutta la polvere che in questi ultimi anni si è depositata, proprio tanta, suiconcetti,correlati strettamente tra loro, di verginità e sposalizio? Perché non proviamo? Vogliamo aiutare Gesù ad esser maggiormente compreso dalle giovani generazioni, che forse quando Lo ascoltanoproclamare queste verità comprendono poco o nulla e pensano ad “astrusità” di epoche passate?“Rispolveriamo, rispolveriamo e rispolveriamo, senza stancarci, e retro-voluzioniamo”, perché questi valori sono già stati scritti a carattere indelebile nel cuore antico della nostra cultura:ricordate? Tutto passa, solo la Parola di Gesù non passa mai!
Infine un ultimo messaggio mi sembra chiaramente che Gesù oggi ci affida:non abbiate paura della morte anche perchéessa è tutto! Si, carissimi e carissime, la morte è dentro il mio desiderio di seguirLo, perché se non muoio al mio peccatoe alle mie voglie capricciose come faccio? Sonoperduto! Se nonmuoiovolontariamente al mio egoismo e alla mia volontà individuale come faccio a vivere fraternamente in pace nella mia bella famiglia cristiana? E se non muoiocon coraggio e fede alle mie singole e precipue idee come faccio a stare erestare in dialogo con i fratelli e lesorelle dellamiacomunità? Forse non casca qui tante volte l’asino delle nostre travagliate parrocchie? O morte, sorella nostra, pregava Francesco, prendiamola a braccetto ed offriamole ilcaffè, entrando per essa cordialmente:ci porta tutti quanti, il Vangelo è certezza, alla festa di nozze; e, dimenticavo, cantiamo, non siamo stati colpiti da un pesante colpo in testa! Don Luigi, servo-cantore di questa lieta festa