Paginetta per i catechisti: CHE FELICE MATRIMONIO!
TITOLO: CHE FELICE MATRIMONIO! Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, sappiamo bene che a volte un matrimonio ti può salvare o rovinare l’esistenza; anche il compianto e geniale Renato Carosone cantava, mentre incoraggiava un marito sconsolato per la scelta di una donna sbagliata; grazie a Dio invece di testi di vario genere che esaltano un connubio indovinato ce ne sono a bizzeffe. Io sono sacerdote e come tale posso certamente unire in nozze nubendi cristiani, ma confesso che finora mi risulta molto difficile unire e far convolare a felici nozze nel cuore e nella mente dei cristiani “due giovani”, perché troppo spesso vivono chilomentri distanti e non hanno nessuna intenzione di connubio: Cristo e la vita. Non avete anche voi la stessa mia impressione? Sempre separati, mai congiunti, anzi al massimo noi cristiane/i riusciamo bene a congiungere Cristo e la morte, ma far sposare il Divin Maestro con la vita proprio non ci riusciamo. Carissimi e carissime, non vi agitate, anche oggi non ho altre intenzioni, se non quella di commentare la Parola della Domenica, la tredicesima del tempo ordinario: statene certi non voglio aprire un’agenzia matrimoniale. Immagino che voi mi direste a questo punto: don Luigi, ma a che cosa ti riferisci? Semplicemente al fatto che noi annunciatori non riusciamo a sfondare perchè persiste, a mio parere, come uno zoccolo duro, la consapevolezza nel nostro popolo di credenti di abbinare benissimo, sebbene inconsciamente, Gesù il Cristo con le tante situazioni di morte: dolore, perdita di persone care, tristezze, malattie, disperazione e disagi; ma quanto facciamo coniugare Cristo con tutto ciò che dice esplosione di vita? Un bel voto a scuola, una giornata di felicità, una splendida alba, la speranza nel cuore, l’amore di una persona cara, un fiore che sboccia, il frutto gustoso che mangi, il sì di chi ti sei innamorato/a. Ma la Parola oggi và ben oltre, mettendo a serio rischio anche il nostro buon nome (il Signore Gesù è stato deriso): Gesù ci chiama ad una fede condita di speranza nella potenza della Vita che esplode pur in mezzo alla morte ed alla malattia, o al non senso ed all’infelicità dell’uomo; Egli può ancora oggi prenderci per mano e avvicinarsi a noi con infinita tenerezza, senza che per Lui questo sia un “disturbo”, mentre assume su di Sé le nostre angosce e ci dice con forza: vivi, fai vincere la vita Mia in te, lascia che dentro i tuoi tanti limiti Io agisca portando Vita, compiendo iniezioni di vita nuova e vera, piena ed eterna; tu cammina nella fede vera fino a identificarmi con la Vita; sappi con convinzione che se vuoi vivere e gustare la bellezza nella vita o gioire dei tuoi attimi e delle tue esperienze, devi soltanto lasciare che Io sia presente non solo a fianco, ma dentro di te e nello stesso tempo trovare Me in mezzo ai tanti volti della vita. “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi”: quanto sono forti e profonde queste espressioni del libro della Sapienza; vi invito a compiere con me il gioco della tempesta delle idee e tutto ciò che sposate con l’idea della morte sappiate con certezza di fede che Dio non lo vuole, non l’ha creato, lo rifiuta nettamente, è Suo nemico, lo combatte, lo vuole espellere dalla vita, non l’accetta, se ne dispiace e sembra suggerirci paternamente di scegliere di seguire invece tutto quello che “facciamo sposare” con l’idea di vita: lì potrete incontrare Dio e darGli gloria come merita e come si attende che noi figli compiamo. L’uomo vivente è la gloria di Dio! ( S.Ireneo) Questa Parola cosi forte ci invita ad una conversione ad U già solo nel nostro modo di “sàpere Dio” (attenti all’accento)! E se Egli sulla strada della vittoria della vita trova ostacoli non ha problemi di scavalcarli, chiedendoci la Speranza in Lui, bravissimo saltatore ad ostacoli!Don Luigi, della Vita servo