Paginetta per i catechisti: SI PUÒ DARE DI PIÙ, SENZA ESSERE EROI!
TITOLO: SI PUÒ DARE DI PIÙ, SENZA ESSERE EROI! Carissimi fratelli e carissime sorelle, catechisti e catechiste, mi scuseranno stamane Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, se prendo in prestito il titolo di una loro famosa canzone per dare l’incipit di questa paginetta, in occasione della XXIII domenica del tempo ordinario. Ma prima di loro, come abbiamo ascoltato, è Gesù che osa chiederci di dare ed amarLo di più: di più, perfino della madre e del padre o del proprio coniuge e dei figli, come anche delle figlie. Con tutta la nostra umanità immagino che Gli diremmo: e come Ti permetti? E chi Tu sei, per volere anche questa tensione spirituale, da noi che Ti seguiamo? Forse non Ti bastano i nostri gesti devoti e religiosi? Ma fuori da una reazione solo istintiva, immagino anche la risposta: mi permetto innanzitutto perché tu puoi e perché voglio allargare il tuo cuore, sintonizzandolo sulle onde medie dell’infinito Amore. Voglio che tu ami da Dio, insomma! E poi oso, perché tu scopra che è bello! È bello amarMi di più e perfino dentro, dentro l’amore per i genitori, il coniuge e tutti gli altri amori. Io non voglio congelare il tuo cuore, ponendolo per sempre nel freezer di una sterile religiosità. Proprio lì infatti, dentro gli amori che animano la tua anima e danno vita alla tua vita, Io ci sono, Io sono, Io amo e sono amato, Io servo e sono servito e sono Io che rendo bella la tua esistenza con il fascino autentico, che le dà tono ed intensità. Perciò proprio lì devi cercarMi e trovarMi, assumendo come discepolo la fede di alzare gli occhi insieme ai tuoi amati e alle tue amate, proclamando: Gloria, Gloria, Gloria! Bello, Bello, Bello! Santo, Santo, Santo! Fatti santo e santa, dai! Ma non con gesti religiosi, ma per la sublimita’, purezza e pulizia degli amori divini-umani o umani-divini, come dir si voglia. Il cuore, chi lo conosce? Così ci ricorda il testo biblico; noi, oggi, superbi e senza ricorrere a Dio, ci stiamo scherzando. Scherziamo col Fuoco, facciamo da soli, abbiamo osato dirGli: “faso tuto mi!” Basta tradizione e matrimonio! Poi, a mio modesto parere, paghiamo dazio: femminicidi, gelosie morbose, solitudini atroci e rotture laceranti! Il cuore, il centro vitale della persona, la sede decisionale degli orientamenti, secondo la visione dell’uomo della Bibbia; un cuore saggio od un cuore stolto, per costruire la casa sulla sabbia o sulla roccia? Acquistare un cuore saggio: si può? E come? A chi rivolgerci? A quale mercato ricorrere? Dobbiamo evadere dalla storia forse o fuggire dalle nostre responsabilità nel mondo? Contare i nostri giorni, ecco la saggia risposta della Santa Scrittura e non gli anni ed i mesi quindi; aggiungerei addirittura: le ore e gli attimi, quello presente, prima di tutto. O santo attimo presente, mia salvezza e mio tutto, mia pace e mia gioia, ti abbraccio e non ti lascio mai più, mia croce e mia delizia, mio saldo rifugio contro la maledetta, la fretta, tormento pervasivo e ladra di gioia di chi pensa di stare al centro. E se, secondo il pensiero di Gesù, dentro l’attimo presente io dovessi amare e portare la mia croce? Colui o colei che incontro e mi sta di fronte ora, ciò che sto compiendo e patendo adesso, l’emozione o il sentimento che mi suscita il momento, lì il Signore ha nascosto la perla preziosa della Sua Croce da abbracciare oggi, con tutto il peso che ha dentro. Il mio domani, chi lo può sapere? Quali affanni e quale verità?
A stento immaginiamo le cose della terra, ci ammonisce, da far suo, l’autore del libro della Sapienza. Attimo presente, senso unico che ci conduci a Dio, portaci la pace ed al Regno della pace. DON LUIGI, SERVENDO, CON IL DI PIÙ DENTRO