Santa Messa vespertina del Giovedì Santo nella “Cena del Signore” – 6 aprile 2023
Dopo i testi della Messa, troverete una selezione di canti consigliati per la Celebrazione.
RITI DI INTRODUZIONE
ANTIFONA D’INGRESSO
Non ci sia per noi altro vanto
che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione;
per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati. (Gal 6,14)
ACCOGLIENZA DEGLI OLI SANTI
Terminato il canto introitale, il celebrante si porta vicino all’altare e dopo il saluto iniziale della Messa, prima di introdurre la liturgia del giorno, dice alcune brevi parole sull’avvenuta benedizione degli oli e sul suo significato. Lo può fare usando queste parole:
“Ieri sera il Vescovo, padre e pastore della nostra Chiesa Diocesana, in Cattedrale, ha benedetto gli Oli santi e li ha consegnati ai presbiteri perché possano utilizzarli nell’amministrare i sacramenti in ciascuna parrocchia. Anche la nostra comunità li accoglie come un dono che esprime la comunione nell’unica fede e nell’unico spirito”.
L’OLIO DEL CRISMA
Quindi il celebrante prende l’ampolla del sacro crisma e la presenta all’assemblea dicendo:
“Ecco l’ampolla del sacro crisma col quale vengono unti i nuovi battezzati, i cresimati (i nuovi presbiteri e i vescovi, le chiese e gli altari per la loro dedicazione) per indicare l’appartenenza a Cristo”.
Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso.
L’OLIO DEI CATECUMENI
Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio dei catecumeni la presenta all’assemblea dicendo:
“Ecco l’ampolla con l’olio dei catecumeni col quale vengono unti coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per indicare la forza divina che viene loro comunicata”.
Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso.
L’OLIO DEGLI INFERMI
Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio dei catecumeni la presenta all’assemblea dicendo:
“Ecco l’ampolla con l’olio degli infermi col quale vengono unti gli ammalati, per indicare il sostegno che Cristo dona loro nell’infermità”.
Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso. Il ministro dopo aver preso l’ampolla dalle mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare e, insieme agli altri due ministri che avevano ricevuto le ampolle, si porta verso il luogo dove normalmente vengono conservati gli oli benedetti e vi depone l’ampolla ricevuta dal celebrante. La Messa procede come al solito.
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
A. Amen.
C. Il Signore sia con voi.
A. E con il tuo Spirito.
ATTO PENITENZIALE
C. Fratelli e sorelle, riconosciamoci peccatori per essere resi degni di celebrare la santissima Eucarestia in cui è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua.
Signore, pane spezzato e condiviso che sostiene la nostra carità. Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Cristo, vino versato per irrigare col tuo sangue i nostri cuori inariditi. Christe, eleison.
Christe, eleison.
Signore, vita donata sulla Croce per attirare tutti a te e fare di noi un solo corpo. Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Dio onnipotente, abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
INNO DI LODE
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini, amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre;
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo: Gesù Cristo, con lo Spirito Santo
nella gloria di Dio Padre.
Amen.
Mentre si canta l’inno, si suonano le campane che, una volta terminato, non si suoneranno più fino al Gloria della Veglia Pasquale. Inoltre, durante questo stesso tempo, l’organo o altri strumenti musicali possono essere utilizzati soltanto per sostenere il canto.
COLLETTA
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
PRIMA LETTURA
Dal libro dell’Èsodo
Prescrizioni per la cena pasquale. (Es 12,1-8.11-14)
In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto:
«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 115) – Musica: Giuseppe Verardo
Rit: Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
SECONDA LETTURA
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Ogni volta che mangiate questo pane, annunciate la morte del Signore. (1Cor 11,23-26)
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
Canto al Vangelo
Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!
VANGELO
Li amò sino alla fine. (Gv 13,1-15)
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Gloria a te, o Signore.
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo.
LAVANDA DEI PIEDI
Una volta terminata l’omelia, dove lo consigliano motivi pastorali, si procede alla lavanda dei piedi. Coloro che tra il popolo di Dio sono stati scelti per questo rito vengono accompagnati dai ministri alle sedie preparate in un luogo adatto. Il sacerdote (deposta, se necessario, la casula) si porta davanti a ciascuno di essi e, aiutato dai ministri, versa dell’acqua sui loro piedi e li asciuga. Nel frattempo si cantano alcune delle seguenti antifone o altri canti adatti.
ANTIFONA PRIMA (cf. Gv 13,4.5.15)
Il Signore si alzò da tavola,
versò dell’acqua nel catino
e cominciò a lavare i piedi dei discepoli:
a loro volle lasciare questo esempio.
ANTIFONA SECONDA (Gv 13,12.13.15)
Il Signore Gesù, durante la cena con i suoi discepoli,
lavò loro i piedi e disse:
«Capite quello che ho fatto per voi io, il Signore e il Maestro?
Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate
come io ho fatto a voi».
ANTIFONA TERZA (Gv 13,6.7.8)
«Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
Venne dunque da Simon Pietro, e questi gli disse:
– «Signore, tu lavi i piedi a me?».
«Quello che io faccio, tu ora non lo capisci,
lo comprenderai dopo».
– «Signore, tu lavi i piedi a me?».
ANTIFONA QUARTA (cf. Gv 13,14)
Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi,
anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.
ANTIFONA QUINTA (Gv 13,35)
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli:
se avete amore gli uni per gli altri».
Gesù disse ai suoi discepoli:
– «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli:
se avete amore gli uni per gli altri».
ANTIFONA SESTA (Gv 13,34)
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri,
come io ho amato voi», dice il Signore.
ANTIFONA SETTIMA (cf. 1Cor 13,13)
Rimangano in voi la fede, la speranza e la carità.
Ma più grande di tutte è la carità!
Ora rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità.
Ma più grande di tutte è la carità!
– Rimangano in voi la fede, la speranza e la carità.
Dopo la lavanda dei piedi, il sacerdote lava e asciuga le mani, indossa di nuovo la casula e torna alla sede, da dove guida la Preghiera universale.
Non si dice il Credo.
PREGHIERE DEI FEDELI
C. Giunta l’ora di passare da questo mondo al Padre, il Signore Gesù ci ha lasciato il testamento del suo amore nell’umile gesto della lavanda dei piedi e nel dono supremo dell’Eucaristia. Apriamo il cuore ad accoglierne la sovrabbondante grazia.
L. Preghiamo insieme e diciamo: Apri, Signore, il nostro cuore.
1. Per il popolo cristiano: nel gesto di Gesù che lava i piedi ai discepoli riconosca l’inesauribile ricchezza dell’amore del Padre. Preghiamo.
2. Per il vescovo, i presbiteri e i diaconi della nostra Chiesa locale: vivano il loro ministero come servizio e dedizione senza limiti. Preghiamo.
3. Per i cristiani ancora divisi: il memoriale della Pasqua faccia risuonare l’ardente preghiera per l’unità che Cristo ha innalzato al Padre. Preghiamo.
4. Per gli uomini prigionieri dell’avidità e della violenza: riscoprano che il Signore si è offerto al Padre per tutti, e intraprendano la via del servizio e della carità. Preghiamo.
5. Per tutti noi che condividiamo il pane del cielo alla mensa eucaristica: ci sia dato di condividere anche i beni di questo mondo con quanti hanno fame e sete di giustizia e di misericordia. Preghiamo.
C. O Dio, grande nell’amore, che nell’ora della passione del tuo Figlio ci chiami a condividere la sua Pasqua, rendici degni di essere eredi e commensali della gloria nel banchetto eterno. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Concedi a noi tuoi fedeli, o Padre,
di partecipare con viva fede ai santi misteri,
poiché, ogni volta che celebriamo questo memoriale
del sacrificio del tuo Figlio,
si compie l’opera della nostra redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREFAZIO DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA I
L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di compiere l’offerta in sua memoria.
Il suo Corpo per noi immolato
è nostro cibo e ci dà forza,
il suo Sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero di salvezza,
il cielo e la terra si uniscono in un cantico nuovo
di adorazione e di lode,
e noi, con tutti gli angeli del cielo,
proclamiamo senza fine la tua gloria:
Santo, …
RITI DI COMUNIONE
PREGHIERA DEL SIGNORE
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
ANTIFONA DI COMUNIONE
«Questo è il mio Corpo, che è per voi;
questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue»,
dice il Signore.
«Ogni volta che ne mangiate e ne bevete,
fate questo in memoria di me». (Cf. 1Cor 11,24-25)
Oppure:
Il Signore Gesù, sapendo che era venuta la sua ora
di passare da questo mondo al Padre,
avendo amato i suoi che erano nel mondo,
li amò fino alla fine. (Gv 13,1)
Terminata la distribuzione della comunione, si lascia sull’altare la pisside con le particole per la comunione del giorno seguente; la Messa si conclude con l’orazione dopo la comunione.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Padre onnipotente,
che nella vita terrena
ci nutri alla Cena del tuo Figlio,
accoglici come tuoi commensali
al banchetto glorioso del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
REPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO
Dopo l’orazione, il sacerdote, in piedi, dinanzi all’altare, pone l’incenso nel turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo Sacramento; quindi, indossato il velo omerale, prende la pisside e la ricopre con il velo.
Si forma la processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione, preparato in una cappella convenientemente ornata. Apre la processione il crocifero; si portano le candele accese e l’incenso. Intanto si canta l’inno Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto eucaristico.
Giunta la processione al luogo della reposizione, il sacerdote depone la pisside; quindi pone l’incenso nel turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo Sacramento, mentre si canta il Tantum ergo sacramentum; chiude poi il tabernacolo.
Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano, genuflettono e ritornano in sacrestia.
Segue la spogliazione dell’altare; se è possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; quelle che rimangono in chiesa, è bene velarle.
Si esortino i fedeli, tenute presenti le circostanze e le diverse situazioni locali, a dedicare un po’ di tempo nella notte all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l’adorazione si protrae oltre la mezzanotte, si faccia senza alcuna solennità.
CANTI CONSIGLIATI
Canto di ingresso
NOSTRA GLORIA È LA CROCE
Rit. Nostra gloria è la Croce di Cristo, in lei la vittoria; il Signore è la nostra salvezza, la vita, la risurrezione.
1. Non c’è amore più grande di chi dona la sua vita. O Croce tu doni la vita e splendi di gloria immortale.
2. O Albero della vita che ti innalzi come vessillo, tu guidaci verso la meta, o segno potente di grazia.
3. Ti insegni ogni sapienza e confondi ogni stoltezza; in te contempliamo l’amore, da te riceviamo la vita.
Canti per la Lavanda dei piedi
ANTIFONA PER LA LAVANDA DEI PIEDI
Rit. Ubi charitas et amor, ubi charitas Deus ibi est.
1. Il Signore si alzò da tavola, versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli: questo esempio ad essi volle lasciare.
2. Simon Pietro domandò al Maestro: “Signore, tu lavi i miei piedi?” “Quello che io faccio, non lo comprendi, ma lo comprenderai”, dice il Signore.
3. “Se vi ho lavato i piedi, io, vostro Maestro e Signore, quanto più voi avete il dovere di lavarvi i piedi gli umi gli altri”.
4. “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi. Da questo sapranno che siete mie amici”.
5. Fede, speranza e amore, tutte rimangano con voi; la carità tutto sorpassa, tutto crede, tutto sopporta.
QUESTO È IL MIO COMANDAMENTO
Rit. Questo è il mio comandamento che vi amiate
come io ho amato voi, come io ho amato voi.
1. Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per gli amici.
Voi siete miei amici se farete ciò che vi dirò.
2. Il servo non sa ancora amare ma io v’ho chiamato miei amici.
Rimanete nel mio amore ed amate il Padre come me.
3. Io pregherò il Padre per voi e darà a voi il Consolatore,
che rimanga sempre in voi e vi guidi nella carità.
Canto di Offertorio
DOV’È CARITÀ E AMORE
Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.
1. Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore, godiamo esultanti nel Signore, temiamo e amiamo il Dio vivente, e amiamoci tra noi con cuore sincero.
2. Noi formiamo qui riuniti un solo corpo, evitiamo di dividerci tra noi. Via le lotte maligne, via le liti e regni in mezzo a noi Cristo Dio.
3. Chi non ama resta sempre nella notte e dall’ombra della morte non risorge; ma se noi camminiamo nell’amore noi saremo veri figli della luce.
4. Nell’amore di colui che ci ha salvati, rinnovati dallo Spirito del Padre, tutti uniti sentiamoci fratelli e la gioia diffondiamo sulla terra.
5. Imploriamo con fiducia il Padre Santo perché doni ai nostri giorni la sua pace: ogni popolo dimentichi i rancori, ed il mondo si rinnovi nell’amore.
6. Fa’ che un giorno contempliamo il tuo volto, nella gloria dei beati, Cristo Dio, e sarà gioia immensa, gioia vera: durerà per tutti i secoli, senza fine.
UBI CARITAS
RIT. Ubi cáritas et ámor, Déus ibi est.
Congregávit nos in únum Chrísti ámor.
Exultémus, et in ípso jucundémur.
Timeámus, et amémus Déum vívum.
Et ex córde diligámus nos sincéro. Ubi cáritas…
Simul ergo cum in únum congregámur:
ne nos ménte dividámur caveámus.
Céssent júrgia malígna, céssent lítes.
Et in médio nóstri sit Chrístus Déus. Ubi cáritas…
Simul quoque cum beátis videámus
gloriánter vúltum túum, Chríste Déus:
gáudium, quod est imménsum, atque próbum,
saécula per infiníta saeculórum, Amen. Ubi cáritas…
DOVE LA CARITÀ
Rit. Dove la carità è vera e sincera, là c’è Dio. Dove la carità perdona e tutto sopporta. Dove la carità benigna comprende e non si vanta, tutto crede ed ama e tutto spera la vera carità.
1. Ci ha riuniti in uno l’amore di Cristo: esultiamo e rallegriamoci in lui, temiamo ed amiamo il Dio vivente ed amiamoci tra noi con cuore sincero.
2. Quando tutti insieme noi ci raduniamo vigiliamo che non sian divisi i nostri cuori, non più liti, non più dissidi e contese maligne, ma sia sempre in mezzo a noi Cristo Signore.
3. Noi vedremo insieme con tutti i beati nella gloria il tuo volto, Gesù Cristo Dio, gioia immensa, gioia vera noi vivremo per l’eternità infinita dei secoli. Amen.
Canti alla Comunione
SEI TU SIGNORE IL PANE
1. Sei tu, Signore, il pane, tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.
2. Nell’ultima sua Cena Gesù si dona ai suoi:
«Prendete pane e vino, la vita mia per voi».
3. Mangiate questo pane: chi crede in me vivrà.
Chi beve il vino nuovo con me risorgerà».
4. È Cristo il pane vero diviso qui tra noi:
formiamo un solo corpo, la Chiesa di Gesù.
5. Se porti la sua Croce, in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo, con lui rinascerai.
6. Verranno i cieli nuovi, la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli, e Dio sarà con noi.
PANE DI VITA NUOVA
1. Pane di vita nuova, vero cibo dato agli uomini nutrimento che sostieni il mondo, dono splendido di grazia. Tu sei sublime frutto di quell’albero di vita che Adamo non poté toccare: ora è in Cristo a noi donato.
Rit. Pane della vita, sangue di salvezza, vero corpo, vera bevanda, cibo di grazia per il mondo.
2. Sei l’Agnello immolato nel cui sangue è la salvezza, memoriale della vera Pasqua della nuova Alleanza. Manna che nel deserto nutri il popolo in cammino, sei sostegno e forza nella prova per la Chiesa in mezzo al mondo.
3. Vino che ci dà gioia, che riscalda il nostro cuore, sei per noi il prezioso frutto della vigna del Signore. Dalla vite ai tralci scorre la vitale linfa che ci dona la vita divina, scorre il sangue dell’amore.
4. Al banchetto ci inviti che per noi hai preparato, doni all’uomo la tua Sapienza, doni il Verbo della vita. Segno d’amore eterno pegno di sublimi nozze, comunione nell’unico corpo che in Cristo noi formiamo.
5. Nel tuo Sangue è la vita ed il fuoco dello Spirito, la sua fiamma incendia il nostro cuore e purifica il mondo. Nel prodigio dei pani tu sfamasti ogni uomo, nel tuo amore il povero è nutrito e riceve la tua vita.
6. Sacerdote eterno Tu sei vittima ed altare, offri al Padre tutto l’universo, sacrificio dell’amore. Il tuo Corpo è tempio della lode della Chiesa, dal costato tu l’hai generata, nel tuo Sangue l’hai redenta.
7. Vero Corpo di Cristo tratto da Maria Vergine, dal tuo fianco doni a noi la grazia, per mandarci tra le genti. Dai confini del mondo, da ogni tempo e ogni luogo il creato a te renda grazie, per l’eternità ti adori.
8. A te Padre la lode, che donasti il Redentore, e al Santo Spirito di vita sia per sempre onore e gloria. Amen.
ADORO TE DEVOTE
1. Adóro te devóte, látens Déitas,
Quæ sub his figúris, vere látitas:
Tibi se cor meum totum súbjicit,
Quia, te contémplans, totum déficit.
2. Visus, tactus, gustus, in te fállitur,
Sed audítu solo tuto créditur:
Credo quidquid díxit Dei Fílius;
Nil hoc veritátis verbo vérius.
3. In cruce latébat sola Déitas,
At hic látet simul et humánitas:
Ambo támen crédens átque cónfitens,
Peto quod petívit latro pœnitens.
4. Plagas, sicut Thomas, non intúeor,
Deum támen meum te confíteor.
Fac me tibi sémper mágis crédere,
In te spem habére, te dilígere.
5. O memoriále mortis Dómini,
Panis vivus, vitam præstans hómini,
Præsta meæ menti de te vívere,
Et te illi semper dulce sápere.
6. Pie pellicáne, Jesu Dómine,
Me immúndum munda tuo sánguine,
Cujus una stilla salvum fácere,
Totum mundum quit ab ómni scélere.
7. Jesu, quem velátum nunc aspício,
Oro fíat illud, quod tam sítio:
Ut, te reveláta cernens fácie,
Visu sim beátus tuæ glóriæ. Amen.
Canto finale
PANGE LINGUA
1. Pange, lingua, gloriósi Córporis mystérium,
Sanguinisque pretiosi, Quem in mundi pretium
Fructus ventris generosi Rex effudit gentium.
2. Nobis datus, nobis natus Ex intacta Virgine,
Et in mundo conversatus, Sparso verbi semine,
Sui moras incolatus Miro clausit ordine.
3. In supremæ nocte cenæ recumbens cum fratribus,
observata lege plene cibis in legalibus
Cibum turbæ duodenæ se dat suis manibus.
4. Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum, et si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit.
5. Tantum ergo sacramentum veneremur cernui,
et antiquum documentum novo cedat ritui;
præstet fides supplementum sensuum defectui.
6. Genitori Genitoque laus et iubilatio,
salus, honor, virtus quoque sit et benedictio;
Procedenti ab utroque compar sit laudatio.
Amen.