Paginetta per i catechisti: Pentecoste, Spirito di vita della Chiesa
Carissimi catechisti e catechiste,
con questa Domenica di Pentecoste si conclude il tempo di Pasqua; meditiamo oggi sull’opera dello Spirito Santo, la terza persona della Trinità Santissima, Dio che continuamente, anche oggi, mentre stai leggendo, santifica e rinnova la Chiesa e tutta la faccia della terra, come dice anche il Salmo; mi sembra quasi di vedere lo Spirito all’opera, mentre, come il braccio potente di un personaggio famoso dei cartoni, alza su, in alto ancora questa terra, tentata continuamente dal peccato di cadere giù, di rotolarsi ed aggrovigliarsi, come fanno i maiali, nel “letame” del male, degli esempi sbagliati e della sporcizia morale; lo Spirito è anche come una potente fiamma ossidrica che “spera” di crearsi una “breccia” nei cuori di noi, discepoli del Signore, in modo tale da avere via libera per portarci la “fresca” notizia dell’inaudito Amore di Dio, pane appena sfornato per noi, affamati di vero Amore; ci impedisce così di andare da altri a mangiare pane ammuffito, anche se all’apparenza fragrante ed attraente. Innanzitutto lo Spirito porta sulla terra: è forza inarrestabile, è luce nei cuori, apre sentieri nuovi ed inattesi e mentre noi uomini puntiamo al basso e ci precludiamo, con la stoltezza egocentrica, le vie dell’armonia e dell’abitabilità di questa terra meravigliosa, lo Spirito sempre all’opera, all’angolo della nostra disperazione e del nostro non senso ci spinge in un sentiero inaspettato di speranza verso una meta bellissima, quella dell’unità e del dialogo, incontro ai fratelli, pur con opinioni diverse; ci spinge perciò a stringerci la mano, permette accordi di pace dopo anni di guerra, ci fa “accorgere” fratelli, come per il patto siglato in Colombia tra guerriglieri e governo; ci spinge a fare di noi volontari coraggiosi sui sentieri dei poveri, vittime di un sistema che esclude ed emargina, portando come Lui consolazione e conforto, anche al di là di appartenenze religiose ed etniche; ci fa scoprire che siamo tutti, al di là di tutto, “umani”, dal cuore umano per amare ed essere amati. Lo Spirito è il Soffio ed il Respiro di Dio nel Corpo di Cristo che è la Chiesa: un Corpo morto senza il Respiro, incapace di ogni azione e movimento; pensiamo al corpo umano immobile, che riprende a muoversi dopo una potente respirazione meccanica; pensiamo anche ad una barca a vela in un mare privo di vento, bloccata pur volendo andare, incapace di farlo in assenza di vento: lo Spirito urge dentro il Corpo e spinge la Chiesa, così debole di forze umane, a gesti di carità eroica e quotidiana, silenziosa ed umile, costruttiva ed esemplare, frutto solo della Potenza dall’alto; la Chiesa nasce dall’Alto e unico suo compito davanti allo Spirito è quello di farsi leggera, come diceva il caro Lello Arena e per questo di lasciarsi “portare”, dove non lo sa neanche la Chiesa stessa, attraverso l’opera di una fiducia incondizionata e di una spoliazione continuo del proprio io, che la può rendere appesantita nel suo Volto, invecchiata con rughe profonde: lo Spirito, Bellezza di Dio, la può ringiovanire e rinnovare, non con un’opera di maquillage esteriore, ma di rinnovamento dei valori interni, che permettono anche alla pelle del nostro volto di essere giovane e e liscia. Viviamo con gioia anche noi questo tempo di rinnovamento della Chiesa, lasciandoci “portare”, non senza la nostra libertà ed intelligenza, dove lo Spirito ci sta conducendo, ad un piano di grande fratellanza di tutti i figli di Dio, nella povertà dello spirito umano e nella gioia dello Spirito Santo.
Don Luigi, vostro servo