Paginetta per i catechisti: I COLORI DEL CIELO
TITOLO: I COLORI DEL CIELO: Carissimi/e catechisti/e, nel cercare di sviluppare la riflessione di questa Domenica speciale, nella quale come figli amati facciamo spazio alla Madre nel desiderio di onorarla cordialmente, mi sento come un pittore davanti ad un foglio bianco, sul quale è chiamato a dipingere colori di cielo: sente che la sua mano trema e che il suo cuore è rapito da fremiti di indegnità e di piccolezza; chiede allo Spirito di Dio di saper oltrepassare l’ostacolo del desiderio di chiudere tutto, lasciando perdere e di degnarsi di servirsi di questo “canale”, a mo di grondaia, per ricevere e far scorrere l’acqua dal cielo di Dio. Con quali colori posso raffigurare il cielo che si è reso presente dentro Maria? E’ vero, o Maria, che tu non hai disprezzato di calpestare il fango di questa terra, ma in te noi sentiamo di guardare ammirati l’irraggiungibile di Dio, venuto ad abitare tra gli uomini e tu, o Maria, sei donata a noi perché crediamo che anche noi possiamo risollevarci dal fango del peccato che ci attira ed aspirare di raggiungere in qualche modo, almeno a tentoni, le vette. E se, stando davanti all’Everest di Dio, che sei tu, o Maria, avverto la pianura e il deserto della mia vita, ti chiedo umilmente, o Signore, che in Maria tu possa fornirci di quelle attrezzature necessarie, bombole, bastoncini e funi per cordate, perché tentiamo anche noi l’ardua scalata; e se rotoleremo miseramente ancora, o Maria, non ti girare dall’altra parte, ti prego, vieni a darci una mano per riprendere l’impresa; come davanti all’asticella del saltatore siamo fermi, o Maria, perché incapaci del salto e della spinta vincente; allora prendici in braccio, o Maria o almeno donaci una pedana di spinta, fatti pedana addirittura, in modo da superare l’asticella e vincere anche noi per gioire con te, o Maria, della vittoria dei figli di Dio, come la tua. E non ti stancare, o Maria, di scendere in campo con noi e sostenerci nella prova dei salti in alto della fede cristiana: per questo il Signore ti ha donato a noi, sai, o Madre, per insegnarci o addirittura per aiutarci a saltare, se necessario; ci faremo leggeri, o Maria. Inoltre, o Vergine santa, ai concorsi di bellezza di questo mondo ci sono tanti iscritti che si affannano nell’inseguire ciò che è effimero e passeggero, rimanendo nella trappola di un passato ormai fuggito. Ispiraci nel cuore, o Santo Spirito, il santo ardore di partecipare, invece, alla gara della ricerca della bellezza di Maria, proprio la stessa e non come fuori concorso, quella che non passa mai: il tuo popolo, sai o Maria, ancora oggi ti invoca la tutta bella! Possibile? E come fai, o Maria, a conservare intatta la tua bellezza? Anzi, a me sembra che, se questo mondo travolge e stritola nel suo vortice in pochi giorni ogni traccia mondana, tu ti stagli bella ancora di più agli occhi del nostro cuore: quale bellezza la tua, o Maria, quale fascino ancora eserciti su di noi, quale nostalgia della bellezza di Dio tu ci metti nell’animo! Tu sei lo specchio terso e cristallino di questa bellezza e ci sembra di poterla racchiudere tutta in una parola: eccomi! Il tuo eccomi, la tua infinita e imperitura bellezza! Il tuo eccomi, la bellezza di Dio dal profumo sempre avvolgente e coinvolgente! Come farebbe una brava logopedista: mettiti al nostro fianco, o Maria, e insegnaci a dirlo, soprattutto quando balbettiamo e non vogliamo dirlo: eccomi pronto anche io al tuo disegno, o Dio, io piccolo e incapace, eccomi pronto anche io al tuo sogno, o Dio, io che che mi fido solo di me, eccomi pronto anche io per la Tua Chiesa, o Dio, io brontolone e sempre sospettoso. Il tuo eccomi, o Vergine bella, è veramente come un grande trampolino, da cui partire per il tuo stesso grande viaggio con Dio. Usaci, o Dio, come hai fatto con Maria, rendici belli, come Maria, facci tutti tuoi e tutti degli altri, come hai fatto con lei. Ed infine come una brava insegnante di storia, aiutaci, o Maria, a leggere la storia e gli eventi di noi uomini con i tuoi occhi e a conoscere con il cuore che il nostro grande guaio non si chiama infermità o infortunio, ma peccato e che il peccato è il grande inquinamento, la causa scatenante e negativa di tutti i mali della storia degli uomini e di tutti gli egoismi che ci impediscono di riconoscerci fratelli e sorelle, togliendoci la gioia e la pace. E dimenticavo: grazie, o Signore; con Maria fra noi non conosciamo solo i colori e le sporcizie del fango. don Luigi, da servo chiamato a dipingere colori di cielo
07/12/2019 | Ufficio Catechistico | Commenti disabilitati su Paginetta per i catechisti: I COLORI DEL CIELO
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