Paginetta per i catechisti: BUONI ANCHE QUEI TONI!
TITOLO: BUONI ANCHE QUEI TONI! Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, quando ascoltiamo un po’ di musica, magari per distenderci dalle nostre fatiche, solitamente ci piace ascoltare qualche pezzo che ci metta allegria, eseguito con tonalità in maggiore e ritmato, a tal punto, almeno, da tirarci su il morale; per questo stiamo attenti ad evitare di ascoltare brani che ci trasmettano pesantezza e amare riflessioni, sviluppati e posti in essere con accordi e note cosiddetti in minore. Ma non è così per il Vangelo e per noi, che stiamo cercando di eseguire dietro il Maestro, chiamato Gesù, della nostra vita una composizione in musica di fede ed amicizia. Carissimi e carissime, non sono diventato improvvisamente un saggio di note, il mio intento resta sempre quello: tradurre la Parola domenicale in “pensieri e parole”, avrebbe detto il buon Lucio, anche quella di questa domenica delle Palme. Ed allora immagino che, a questo punto, dialogando in presenza con voi, carissimi e carissime, mi chiedereste: don Luigi, quali sono questi toni che a noi non piace eseguire od ascoltare e che risultano ostici alle nostre orecchie ed al nostro cuore? Siete intelligenti e certamente avrete già intuito a cosa intendo riferirmi: sono niente altro che i giorni della sofferenza, gli episodi che arrecano dispiacere al nostro animo, le persone che con le loro parole od azioni provocano dolore intimo, i contesti di vario genere nei quali sappiamo e sentiamo di non essere amati/e ed accolti/e benevolmente; di fronte a ciò, umanamente, la nostra reazione è una sola: il rigetto, il rifiuto di questi pezzi eseguiti male in vita ed in giorni, che ci danno solo tristezza ed affaticamenti interiori e non solo. Ma, proprio in questa pausa del pensiero, si staglia la bella ed alternativa Parola del Vangelo, come dei testi biblici che l’hanno introdotto: Gesù Maestro ha eseguito con note di fatti e di storia proprio questi spartiti, percorrendo, Lui, disceso dal Cielo e dal seno del Padre, la dolorosa via che porta alla “Porta” luminosa; sì, perché sia chiaro che Lui non è stato un amante appassionato della via dolorosa, ed anche a Lui uomo vero, piaceva la musica allegra, che favorisce la spensieratezza ed i bei pensieri, leggeri come l’aria pulita che respiriamo; forse almeno a Betania, Lazzaro, Marta e Maria, amici per la pelle, Gli hanno fatto ascoltare questa musica, menomale: ma l’Amore, cosa fa l’Amore, cosa ha fatto in Lui l’Amore, dove lo ha condotto l’Amore! Ecco, dentro quelle note, pur pesanti e “pensate”, Egli vi ha posto l’Amore, eseguendole solo con l’Amore e per Amore; e così le ha rese più accettabili alle nostre orecchie: e se noi, a nostra volta, scegliendo di imitare tale eccelso Maestro, sappiamo arricchirle di questo ritmo, allora sì, possiamo accettare di suonarle od ascoltarle ai giorni nostri, per giungere con Lui e per Lui alla Porta luminosa della vita, di accesso alla sala di musica e di danza più bella che vi possa essere: altro che il pur magnifico Bolshoi. Infine: con in mano questo spartito, noi leggiamo questi dolorosi giorni, nei quali, nel segno di una porzione del Suo popolo amato, intravediamo la stessa musica del Venerdì Santo, eseguita oggi, come allora, da soldati freddi ed infelici, al servizio di imperi o presunti tali ed animati dalla stessa idolatria di Babele.Don Luigi, servo in esecuzione musicale